… ama e ridi…

Delle ferie mi rimarranno le mattine pigre passate a giocare tutti e tre sul lettone, gli occhi di Titu che ridono sempre, le cenette romantiche preparate con lentezza e consumate con calma e annaffiate di ottima birra artigianale e tante chiacchiere rilassate. Mi rimarranno le espressioni di meraviglia pura di nostro figlio davanti alla vasca dei delfini all’acquario di Genova, la lunghezza di un viaggio in macchina con due bambini – uno dei quali all’anagrafe ha sì trentacinque anni suonati, ma per la sottoscritta è coetaneo dell’altro infante, in quanto a richieste ed esigenze.

E poi c’è Genova, con il suo fascino restio a mostrarsi, con i suoi vicoli stretti, con le sue salite, con le sue facce di tutti i colori, con la sua storia di repubblica marinara, con la sua schiettezza e la sua voglia di essere sempre contro corrente e originale. C’è Genova, che sa regalarti scorci talmente belli da togliere il fiato come il borgo di Boccadasse, che si snoda attorno a un porto antico e bellissimo, che combatte e doma l’asprezza di un paesaggio sì bello, ma ostile alla natura umana. C’è Genova con la sua gente che sembra scortese, ma che in realtà è semplicemente schietta e sbrigativa e spontanea, senza bisogno di fronzoli e abbellimenti inutili: c’è Genova con una persona speciale che finalmente ho abbracciato dal vivo e con la quale ho brindato e bevuto birra come se non esistesse un domani. C’è Genova sullo sfondo e in primo piano c’erano tre donne con tre storie diverse, con tanti punti in comune, con tante piccole differenze a renderle speciali, uniche, umane. C’era un bambino che potendo avrebbe solo dormito e ce n’era un altro che piuttosto che addormentarsi avrebbe fatto il patto col diavolo, ma peccato che il diavolo non ne voleva sapere.

C’è che quando ci si ama c’è poco da fare, tutto intorno ti sorride di rimando. E va bene così e non potrebbe essere altrimenti.

E penso che un po’ di tempo fa in questo momento ero in giro a ubriacarmi con due amici che erano venuti apposta dall’Olanda per il mio matrimonio e un po’ mi viene da commuovermi, sinceramente. Che sembra ieri e invece son già passati tre anni. Eppure se chiudo gli occhi, le farfalle nello stomaco io le sento ancora. E se mi concentro un po’ sento la voce del sacerdote che ci invita a scambiarci anelli e promesse, quella di Chef che un po’ trema a recitare la sua parte e la mia che mi sembra quella di un’altra mentre gli giuro amore, fedeltà e rispetto per tutti i giorni della mia vita. E la festa, il riso, i brindisi, i tacchi che dopo le due di notte cominciano a fare un po’ male ma mica tanto, che alla fine è vero che quel giorno lì non senti niente. E lui che ti prende in braccio e ti porta in casa così, come nei film. E la sensazione che tornando indietro non c’è niente, ma proprio niente che non rifarei tale e quale.

It’s good to be in love, it’s good to be us.

“Ama e ridi se Amor risponde

Piangi forte se non ti sente

Dai diamanti non  nasce niente

Dal letame nascono i fior.”

3 Risposte a “… ama e ridi…”

  1. cosa vuoi commentare? La citazione finale, poi, e Genova. Che abbiamo appena svoltato i 7 anni, noi, proprio sabato, e non ce ne rendiamo ancora conto. Adesso provo se viene anche un cuore. >3

I commenti sono chiusi.