Fashion Outing

Ok lasciamo perdere la cucina per un po’, che sono ancora a dieta e se non la smetto di cucinare cose belle a cui fare le foto da mettere poi qui sul blog assieme alle ricette va a finire che mi inquarto di nuovo e sinceramente non ne ho voglia. Ecco.
Stamani sono andata con la Sister a fare shopping. Con la bieca scusa di fare il regalo di compleanno alla Mutter (lei l’ha trovato e io no, tra l’altro) siamo andate al centro commerciale e, manco a dirlo, è partito mezzo stipendio senza colpo ferire. Del resto non puoi mettere a disposizione di 2 femmine un negozio di intimo, svariati negozi di abbigliamento e di scarpe tutti nello stesso posto e sperare che escano di lì solo con il regalo per la loro mamma. Dai su, non s’è mai visto nemmeno nei film.
Tant’è. Il bottino della sottoscritta (in astinenza da shopping serio da prima della gravidanza, quindi mi sono anche moderata) è stato: un completo intimo serio, qualche completo intimo di cotone basico, un vestito di lana, un cardigan lungo (sempre di lana) e un paio di scarpe che ancora non ho comprato ma che sono già mie, le vado a prendere in settimana.
Sono bellissime.
Stringate, da uomo, nere, lucide.
Sono scarpe da scrittore.
O meglio, da artista.
Da una un po’ stronza che se la tira.
Insomma, sono le mie scarpe.
Che l’altro giorno, nello spogliatoio della palestra, appena dopo la doccia, mi sono guardata allo specchio e mi sono venuti i brividi: ero vestita come una pischella delle superiori: 501 blu, sneakers, felpa. E mi sono detta che era ora di dire basta. Non sono mai stata una fashion victim e mai lo sarò. Non seguo i blog di moda, non ho mai avuto il fisico degno per mettere capi eccessivamente glam e al mattino non ho mai passato più di dieci minuti davanti allo specchio. Ho i capelli corti da sempre non solo perché mi stanno bene, ma anche perché, si sa, il taglio corto significa sbattimento zero.
Però così era davvero troppo.
Uscire di casa vestiti appunto “da casa” a quasi ventinove anni non va bene.
Anche perché io sono sempre stata abbastanza stilosa, anche se non troppo modaiola.
Mi sono sempre considerata una radical chic, sia nel vestire che nel comportamento.
Ultimamente invece avevo (e ancora adesso a volte ho) sempre le palle girate e mi vestivo di merda.
Quindi basta.
Ho preso tutto l’abbigliamento “da casa” , ho fatto un bel sacco e l’ho messo in macchina. L’ho portato in uno dei tanti punti di raccolta per i meno fortunati. Buttare via la roba è da stronzi, almeno servirà a una giusta causa. Anzi, a due: darà da vestire a chi non ha modo di farsi tutte ste pippe del cazzo e mi obbligherà a vestirmi per quella che sono.
Una scrittrice, un’artista, una che ha cura di sé e che si piace.
Perché, gambe lunghe o no, pancia piatta o no, culo a mandolino o no l’importante è piacersi: io mi piaccio così, punto. Ho ripreso, da un mese a questa parte, di nuovo in mano le redini della mia vita,  sto facendo un sacrificio enorme dal punto di vista alimentare, ho praticamente eliminato gli alcolici, le bevande gassate, le schifezze varie ed eventuali, i dolci.
Sto facendo un’attività fisica intensa, mirata, con obiettivi seri e destinati (si spera) a durare nel tempo. Quando i miei impegni di mamma non saranno più compatibili con l’andare in palestra mi inventerò qualcosa; andrò a correre come facevo millenni fa oppure a nuotare assieme a mio figlio… ma non è questo il punto.
Il punto è che, nonostante sembri una stronzata, nel mio caso l’abito ha sempre fatto il monaco.
Quando stavo con un mio ex, mi vestivo come una babbiona di cinquant’anni: probabilmente perché mi ci sentivo.
Quando facevo l’università sembravo uscita da un centro sociale: ero in fase di rottura con i miei e volevo solo una cosa: andare via di casa al più presto.
Quando ho conosciuto Chef ero una dandy stilosa e originale…e tale sono rimasta (con alti e bassi, ci sta) fino alla mia gravidanza. Poi chi mi conosce sa il resto: sono diventata enorme, ho fatto un figlio di cinque kg, il cesareo ha ucciso i miei addominali, il post partum e l’allattamento non hanno aiutato nella perdita di peso e tutto è diventato un gigantesco cane che si mordeva la coda. Mangiavo pensando “tanto a chi interessa? Non esco mai”.
Il punto era semplice, eppure non lo vedevo: doveva interessare a me.
Non si deve essere magre e belle per qualcuno. Non si deve essere in un certo modo per piacere a qualcuno.
Bisogna piacere a se stesse. Poi, forse (ma forse eh), preoccuparsi degli altri.
E insomma adesso sono qui, con i piedi sul tavolo, il mac sulle ginocchia, un foulard al collo, gli skinny blu e il cardigan comprato stamani che sorrido pensando a quanto sono stata scema in questi mesi.
A quanto il cercare il consenso degli altri (genitori, pseudo amiche poi dileguatisi chissà dove, amiche vere, conoscenti ecc) mi abbia stranamente condizionata, da dopo la nascita di Titu. A me, che degli altri non era mai fregata una emerita fava.
Non so perchè. Probabilmente cercavo conferme in un periodo di notevole fragilità emotiva, ma non saprei dirlo con certezza.
Forse l’ aver ripreso a scrivere (ehhhhhhh ggggià, the writer is finally back!) mi ha aiutata a rientrare nel personaggio, non lo so…
Quello che conta è che sto finalmente bene, che sono di nuovo io. Col mio brutto carattere, la mia miccia corta, le mie frecciatine, il mio senso dell’umorismo, i miei sorrisi e i miei musi lunghi.
E mo’?
Mo’ son cazzi vostri.
Io vi ho avvisati.

Buon weekend. Io vi lascio questa che è la mia colonna sonora della settimana e vado a comprarmi le scarpe da stronzetta

 

 

7 Risposte a “Fashion Outing”

  1. Nonostante l’assenza di pupo per me è stato lo stesso negli ultimi 8 mesi: una specie di gravidanza che mi ha vista imbruttita, svaccata, stravolta e sciatta.
    Così non andava. L’allenamento funziona, anche il mio. Sono al settimo cielo, e vivo la vita (anche il lavoro sì) con molta più serenità. E fra qualche kg (aspetto di consolidare meglio la taglia, ecco) anche tanto shopping per me 😛

  2. Io non ho vizi: non fumo, non bevo, non mi drogo, non amo le discoteche. Insomma, si potrebbe dire che non spendo soldi in cose inutili.
    …se non fosse che i miei investimenti in campo di vestiti&accessori potrebbero talvolta lasciar vagamente sospettare che si tratti di una qualche forma di compulsione… 😛 Poi sono un po’ snob, preferisco il “poco, ma di qualità” (e quindi ahimè costoso) al “basta riempire il più possibile l’armadio” (del tipo che da H&M, Zara e simili entro… ma non trovo mai nulla che mi piaccia: magari i modelli sono carini, ma i tessuti mi fanno venire la morte). Sì, sono esigente e dispendiosa -.-‘

  3. Eka: io mi sono moderata… anche perché Natale incombe e avrò parecchie uscite tra regali, regalini e cacchiate varie. Diciamo che aspetto i saldi di gennaio (e la taglia consolidata) per rovinarmi definitivamente… 😉
    Arianna: anche io sono snob e sostenitrice della qualità a favore della quantità… anche perché la roba di Zara o H&M se non sei una top model mica ti sta bene… che tedio.

  4. Oh bene, mi piace questo post!

    Io di anni ne ho qualcuno meno di te e faccio ancora la vita da giovincella per quanto mi è possibile, ma ultimamente ho capito che l’abbigliamento sportivo non è adatto a chi ha più di 18 anni e va già, chessò, all’università. Cioè, le scarpe da ginnastica sono ok se devi macinare km o se devi andare a scuola, ma quando vedo miei coetanei o gente più grande, indossare scarpe gonfissime o colorate, mi chiedo sempre il perchè.

    Ora, le scarpe da ginnastica ci stanno certe volte, ma modelli snelli come le Superga, le Victoria, le Converse basse magari… non le Nike o le Adidas da skate o con colori fluo anni ’80, per dio.

    Lo stesso dicasi per tuta o felpone. Sì a casa come pigiama, si in palestra. Non per una normale passeggiata, non per un’uscita serale.

    Io amo i cardigan lunghi e sono felice che tu ne abbia preso uno, e le TUE scarpe stringate saranno sicuramente bellissime e serie.

  5. sono periodi
    io ne sto passando uno così, mi vesto a caso anche se continuo a comprare belle cose
    di solito assecondo questi miei stati d’animo perché durano poco, un paio di settimane al massimo
    se durano di più mi faccio violenza e ne esco
    perché so che curarmi mi fa star meglio che di solito è un circolo vizioso
    certe volte è dura ma alla fine i risultati ci sono
    quel tipo di scarpe lì piacciono molto anche a me 🙂
    e spendere fortune sull’intimo non ha prezzo!

  6. ecco, il mio durava da un paio d’anni circa… se tutto è direttamente proporzionale, quando sarò rientrata nella mia taglia 42 d’ordinanza andrò a fare shopping col coltello fra i denti 😉

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