Ciao, sono Laura, ma chiamami pure Sbalzo se preferisci

Sono uno straccio.

La temperatura è abbastanza feroce, ma più del caldo mi danno noia quelli che si lamentano del fatto che a luglio ci siano più di 30 gradi. Sono poi gli stessi rompicoglioni che a febbraio si lamentano se nevica, grandina o piove. Insomma, io li odio, quelli che si lamentano delle ovvietà stagionali: no, ci tengo a precisarlo, nel caso non si fosse capito eh.

Sono bianca come una mozzarella di bufala e per me, che solitamente da maggio a settembre inoltrato starei solo al mare, comincia a stare un po’ sulle palle questa situazione. Ma ci sono ancora degli scatoloni da sistemare, dei panni puliti e impilati in attesa di essere collacati negli armadi, i mobiletti del bagno da comprare – e il pensiero di tornare all’Ikea ci atterrisce. Insomma, vorrei portare Titu a prendere un po’ di sole e di iodio, ma ogni giorno cazzen se ne aggiunge una nuova. La buona notizia è che da lunedì mi ripristinano la linea e la connessione. Così potrò aggiornare come un essere umano, dal salotto di casa e non ai duecento all’ora dalla scrivania dell’ufficio.

Il mio carattere, già piuttosto difficile, non è aiutato dalla montagna di cose da fare. Sono abbastanza insopportabile, tendente al ringhio facile e per ogni piccola cosa- soprattutto i piccoli/medi scazzi a lavoro- faccio un dramma che in confronto a me la Duse era una dilettante.

Vorrei rifiatare un po’. Vorrei potermi stravaccare sul divano senza sensi di colpa perché c’è uno stanzino strapieno di cose da sistemare. Vorrei prendermi un pomeriggio tutto per me e approfittare dei saldi e comprarmi qualche vestito carino che non mi faccia sembrare un cassonetto dell’immondizia. Da quando è nato Titu ho buttato alle ortiche il mio già scarso senso della moda e mi vesto come una barbona della peggio categoria. Voglio dedicarmi un po’ anche a me stessa e sento che è arrivato il momento, che se non lo faccio ora, poi potrei esplodere. Nonostante il dafare e i mille impegni so che devo staccare.

Intanto questo weekend ce ne battiamo allegramente la banana e andiamo al mare, e fanculo tutto il resto. Senza fretta, senza menate e senza stress. Che ok essere due somari da soma, ma a tutto c’è un limite. La prossima settimana invece affitto mia suocera un pomeriggio e mentre io dilapido lo stipendio (che la tredicesima non la vedo da 2 anni io, altro che gli statali spagnoli) tra Promod, Siley, Zara e Tezenis. E chissenefrega.

Da lunedì tornerò a parlare di cucina (ho fatto una cheesecake spaziale senza accendere il forno, prometto di postare foto e ricetta), di massimi sistemi, di cazzate varie ed eventuali con più serenità.

Per ora, lasciatemi sfanculare a dritta e a manca senza freno alcuno.

4 Risposte a “Ciao, sono Laura, ma chiamami pure Sbalzo se preferisci”

  1. stacca, è l’unico modo per riuscire a tiare avanti come un essere umano e non come una tigre incazzata
    che la sindrome di Wonder Woman alla fine è destabilizzante 🙂

    1. oggi mia mamma viene su a casa a darmi una mano a sistemare tutti gli armadi. Poi ho finito. Sto weekend Chef vorrebbe attaccare i quadri e gli ho detto “ok. Dai un martello di plastica anche a Titu. E divertitevi, che io sto in spiaggia 2 giorni di fila” 🙂

  2. Ehm… Io ho ancora uno o due scatoloni da svuotare da un anno e oramai fanno parte di casa.
    Si arriva presto ad un livello di saturazione che la metà basta!
    Spero che il mare ti abbia rimesso al mondo! :-*

    1. niente mare, attaccone one-one di emicrania. Ma vabbé, almeno ho dormito 😀

      Io gli scatoloni li ho polverizzati tutti, vederli mi dava troppo sui nervi 😀

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