it’s me again. then.

Eccomi di nuovo qui. In realtà non è che fossi tanto lontano eh, ero semplicemente annichilita dalle troppe cose da fare. Che uno non ci crede che dietro a un trasloco ci siano talmente tante incombenze; poi capita che ci piombi in mezzo e ti rendi conto di quanto sia snervante, sfibrante e logorante sistemare casa. Però adesso è andata. Mancano solo le tende, ma tutto il resto è fatto. Ah già, mi manca anche da reclutare una donna delle pulizie, perché ok essere bravi, ok che c’è la crisi, ok che lavoro mezza giornata, ma non ho la vocazione al martirio e quindi cercasi aiutante nelle faccende domestiche. Possibilmente a breve, o i miei nervi potrebbero definitivamente andare. E poi fermiamoci un secondo a riflettere su sta cosa che se una sta a casa perché ha un bambino sia tenuta per forza a lucidare pavimenti manco fosse la diretta discendente di Cenerentola. Il perché non si è mai capito, ma tanta gente crede che sia così. Sei donna? Sei mamma? Sei pure a casa mezza giornata o addirittura tutto il giorno? beh allora la casa la devi per forza saper tenere in ordine. Devi anche: fare la spesa, cucinare, spendere poco o comunque il giusto, stirare, badare alla prole (anche se in numero multiplo). Ah e on guasterebbe essere carina, in forma, sorridente, ben disposta a concederti sotto le lenzuola anche se sei stanca, altrimenti per forza che poi sti mariti vanno a cercare sollazzo altrove. Poi? Non so, è richiesto anche suonare il Requiem di Mozart bendate? E che palle. Si vede che ho passato del tempo con la Mutter, vero? Ogni volta che le nostre frequentazioni superano le 2 settimane continuative, io divento più femminista di Rosa Luxemburg. É che io l’adoro, la mia mamma e per tante cose vorrei davvero essere come lei. Non si stanca mai, ha sempre un pensiero per tutti, darebbe un braccio per vederci felici e insomma, è una mamma fantastica, davvero. Però cazzo, quando è troppo è troppo. Non posso sopportare per più di un tot qualcuno che è convinto che se sei donna devi sacrificarti per tutta la vita. Perché non è così e secondo me non sarebbe mai dovuto essere così. Un uomo non sta con te perché gli fai la serva. E non è stirandogli le camice e mettendogli tutti i pantaloni in ordine cromatico nell’armadio o facendogli il suo piatto preferito ogni sera che lui rimarrà con te. Ridursi alla filippina di turno per arrivare a sessanta e passa anni con il sangue amaro e le palle sempre girate? Oh no, grazie ma preferisco avere gli armadi reduci da un’esplosione di napalm e un rapporto basato sul rispetto, la condivisione, l’amore e la connessione mentale. Che è quello il collante vero: essere sempre lì a cercare nuovi stimoli, nuovi punti di vista, nuove emozioni- anche nelle piccole cose. Ma insieme per Dio, non uno sottomesso all’altro.

Io poi faccio tutto sto pippone e sto con uno che è più femminista di me, quindi alla fine sono più che fortunata. Ma lei non lo capisce e non lo capirà mai. E continuerà, ogni volta che verrà qui anche solo per salutare suo nipote, a rompermi i coglioni perché sono un’eretica femminista anarcoide. E lei ancora non lo sa, ma posso solo peggiorare.

La realtà è che detesto chi generalizza o fa di tutte le erbe un fascio. E siccome ultimamente il trend mi sembra sempre di più “fermiamoci alla superficie, che scavare un po’ e riflettere due minuti costa troppa fatica”, soprattutto fra i miei coetanei, la vena è sempre più chiusa e la voglia di discutere sempre più forte. Sarà anche che quando diventi genitore salti al di là di una linea abbastanza netta, che ti obbliga per forza a prendere certe posizioni e certi atteggiamenti. C’è una parola di cui tanta gente si riempie la bocca ultimamente, ma di cui pochi credo abbiano davvero colto il significato. E la parola in questione è consapevolezza: quando diventi genitore diventi – o in teoria dovresti diventare- consapevole del fatto che dalle tue azioni dipende l’esistenza di un’altra persona. La responsabilità che hai per le mani è enorme: ti viene affidata una vita e sei da solo a convivere con questa responsabilità. Devi fare del tuo meglio, sempre, perché l’esserino che stai allevando non è autonomo, non sa discernere e si fida ciecamente di te. Bene e spesso questo pensiero mi atterrisce, ma poi mi rendo conto che al di là della fatica, della stanchezza, del sonno e delle inevitabili giornate di scazzo atomico, è una bellissima avventura. Che ogni giorno non è mai uguale all’altro, che avere la fortuna di vedere le emozioni allo stato puro stamparsi su quel faccino non è da tutti. Che quello che prova una mamma quando suo figlio le butta le braccia al collo e si stringe a lei, è qualcosa di indescrivibile e impagabile.

Io ne sono più che consapevole: essere genitori è semplicemente meraviglioso.

ps. si ok, lo so che volete le foto della casa. E avete pure ragione. Ma io non ho avuto voglia di farle, quindi per ora restate guzzi (leggi: a secco e con la voglia, tié)

5 Risposte a “it’s me again. then.”

  1. Nemmeno io ho mai capito perché ci siano questi ruoli predefiniti a cui le donne vengono necessariamente assegnate; o meglio, lo so: non lavori –> non fai un cazzo –> almeno tieni la casa in ordine e alleva prole. E anche se lavori idem. Che poi non è essere casalinghe il problema, se ad una donna piace stare in casa, prendersene cura, cucinare, diventare Martha Stuart etc etc ben venga, nessuno dice che deve per forza mettersi una divisa e dimostrare che anche lei sa combattere, è il fatto di essere assegnate per forza a questo ruolo perché solo questo può (e sa) fare che mi fa uscire di senno, così come il doverlo fare bene perché se no il marito è giustificato a cornificare. Ecco, quando parto con questi pistolotti mi si dà della rompicoglioni ma è più forte di me, non ci riesco, trovo il tutto tremendamente ingiusto e tremendamente arcaico.

    Ad ogni modo, sì, aspetto le foto della casa. Sicché considera che la curiosità è femmina, tanto per rimanere in tema. 😀

  2. mia mamma è come la tua, non si ferma un attimo e fa ogni cosa anche se non richiesta, tipo preparare tonnellate di lasagne che poi dispensa tra i figli in porzioni da congelare e usare all’occorrenza
    però dice sempre che adesso le donne sono migliori, più consapevoli e determinate, anche se lei, parole sue, rifarebbe tutto tale e quale
    e che i mariti non sono solo sagome da tener vicino alle occasioni ma hanno due braccia, due gambe e per cui possono fare le stesse medesime cose che fanno le mogli
    non a caso mio Fratellobellissimo, che ha un orario più elastico della moglie, si occupa della casa a tempo pieno

  3. Oppure chi crede che le casalinghe siano sempre più riposate di quelle che vanno a lavorare…se hai una casa che è uno stanzino forse, e nessuno a cui badare…altrimenti che vuoi che sia pulire/lavare/stirare/cucinare ecc ecc e usurarsi (perchè è usurante) mani, schiena e tutto il resto? Di gran lunga meglio lavorare invece di diventare un automa a far sempre una cosa sola da mattina a sera…che come dici tu, quello che conta non è dare la cera al pavimento..è anche realizzarsi facendo ciò che ci piace..ne giova il proprio umore, poi anche l’umore di tutti, come una reazione a catena…

  4. Laura Laghi
    eretica femminista anarcoide

    Fossi in te lo scriverei sul campanello di casa.

  5. @Vale: le peggiori nemiche delle donne sono sempre le donne e purtroppo non è un luogo comune: le critiche più acide e pesanti le ho sempre sentite muovere da una donna anziché da un uomo. Mia mamma è un esempio lampante 😉
    @Not: non le fanno più le mamme come le nostre 😉
    @Around: il fatto è che c’è una cosa che si chiama “libertà di scelta” e tutti tendono a sottovalutarla. Non ti immoli per la famiglia, dici senza problemi che non vuoi figli o che cmq non è la riproduzione la tua ragione di vita (e potrei andare avanti con l’elenco ma mi fermo che è meglio): sei una merda. Non capisco perché, ma il giudizio universale è lì, che cerca di gravarti sempre sulla coscienza. Che palle insomma.
    @Missi: mi sa che ce lo scrivo davvero. si si.

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