Keeping Up Appereances

Avete presente quei tipi che non si incavolano mai? Quelli che anche quando sono in fila alla posta hanno un’espressione rilassata e che se provi ad attaccarci un po’ bottone cercando solidarietà al massimo se ne escono con un “mah, cosa vuoi, tanto anche se ti arrabbi non è che la fila si sveltisce”? Quelli che se si rovesciano una tazza di caffè sul vestito pulito mentre sono sulla porta ed è lunedì mattina e sono pure in ritardo, invece che tirare giù tutti i santi dal calendario ci fanno pure una risata? Li vedi anche al supermercato quelli così e solitamente sono donne: annusano un qualsiasi ortaggio come se dovessero poi limonarci per una buona mezz’ora, sono magre, sempre in ordine e rilassate. Nel loro carrello, oltre a un paio di vivaci marmocchi vestiti in canapa, hanno anche fagioli Azuki, fave Tonka, quinoa, amaranto, sedano rapa e mille altre cose con le quali noi, persone mediamente frustrate, non sapremmo fare altro che giocarci a tombola il giorno di Natale a casa della zia.

E tu te ne stai lì, ad osservarle in estasi (sì, come fanno loro con la mela annurka), percependo ogni cm quadrato del tuo adipe che si annida sui tuoi fianchi e sulle tue cosce. Ti vedi riflessa sul banco frigo e hai i capelli in autogestione, il trucco a macchia di leopardo, due occhiaie che se ti vedesse un panda gli faresti quasi compassione. Improvvisamente, paragonata alla loro gonna gipsy e l’infradito rasoterra i tuoi jeans saranno troppo skinny per il tuo fisico e gli stivaletti con tacco 8 che al mattino sembravano slanciarti ti rimanderanno l’immagine di una salama da sugo. Gobba, per di più, poiché l’atavico smaronamento stellare conseguente alla malsana idea di paragonarsi a loro ti avrà anche peggiorato la postura (che già non è un granché di base, diciamocelo).

Non ti chiedi se è tutto studiato a tavolino e magari poi a casa si trasformano in killer neonaziste, non stai lì a dirti che forse non lavorano, che i bambini stanno quasi sempre con la tata perché loro devono andare a yoga/pilates/hydrobike e massaggio shiatzu e solo durante la spesa sono con loro, per educarli alla consapevolezza di ciò che mangiano (nel frattempo tu guardi tristemente il tuo di figlio, che sgranocchia una bella barretta Kinder in pace col mondo). Non te lo chiedi perché anche se fosse non cambierebbe di una virgola il fatto che tu vorresti tanto fare a cambio con loro, da subito. Poi pensi che in fondo però la tua vita non è che faccia così schifo. Che sì, magari dovresti metterti a dieta, ma basterebbe solo aggiustare un po’ il tiro e togliere qualche schifezza e fare un po’ di movimento. Che ok, loro saranno belle e brave e rilassate, ma alla fine che palle vivere sempre nella quiete totale, non fa per te.

A te, che hai i baricentro più instabile della torre di Pisa. A te, che appena uno ti svolta davanti senza mettere la freccia hai già preso a cazzotti il clacson manco fossi la figlia illegittima di Tyson. A te, che non mandi i tuoi figli dalla nanny originaria del Sussex che gli parla solo in inglese per farlo diventare bilingue (vi do una dritta: o vi sposate con uno che non è italiano oppure vostro figlio non sarà MAI bilingue) e che ti costa il doppio della rata del mutuo. A te, che il massimo dell’etnico è il kebab sotto casa e che credevi che l’ayurveda fosse un frutto esotico. A te, che per sport intendi fare dal letto al divano e ritorno e sempre con calma beh, tranquillo. Non sei solo. Siamo tutti, chi più e chi meno, messi così. E sappi che magari esteticamente risulteremo meno gradevoli, ma sicuramente la vita ce la sappiamo godere più noi, anche se all’apparenza sembra assolutamente l’opposto.

L’importante è salvarla, questa apparenza e non far capire agli altri, ai macrobiotici fricchettoni iper-rilassati, che l’abbiamo capito che la loro è tutta scena. Altrimenti il divertimento finisce e bisognerebbe reinventare un’altra categoria di invasati da prendere per il culo.

8 Risposte a “Keeping Up Appereances”

  1. Ultimamente mi capita di cascare dal pero (o quasi) davanti a termini mai utilizzati finora. Il primo che mi viene in mente è competitor, o mainstream. Dal giorno dopo in cui lo senti, sembra che sia sempre stato sulla bocca di tutti e pensi semplicemente “W-T-F?”.
    Lo stesso pensiero vale per chi è del filone “Ikea? che volgarità. No, come l’artigianato di $postoignoto non ce n’è”, “la carne buona è solo quella del mio amico macellaio che macella anche sua nonna nel retrobottega, o poco ci manca” e così via.
    La verità è che ci sono giorni in cui invidio ai soggetti che tu hai descritto il solo avere IL TEMPO di star lì a limonare con ortaggi mai sentiti prima!

    1. “competitor” è colpa di The Apprentice 😉
      rido pensando al macellaio che fa gli hamburger di nonna nello sgabuzzino. Con la zia pingue cosa fa, il sapone? Più bio di così!!!!! 🙂

  2. Ahahah! Mi fai morire, è esattamente quello che penso io a volte, ma con qualche variante dovuta al mio stile di vita e al fatto che non ho pargoli… Eppoi mi chiedo: ma se perdono due ore al supermercato e un’ora al giorno per pilates & co, è perché non lavorano, o perché non dormono?

    1. intanto non mangiano (o mangiano poco). bene e spesso non lavorano o lavorano da casa (che non vuol, dire lavorare meno, però hai tempi diversi). Ma ti garantisco che dormono. E pure tanto, non vedi che bei visi floridi?????? 😉

  3. Non so se appaio così irritante ma appartengo alla categoria sopra citata (più che altro nella prima parte del post, mancandomi la materia prima per la seconda parte :P).
    Giusto appunto l’altra mattina mi sono versata il caffè sul pigiama pulito e sulle lenzuola del letto ma ho pazientemente cambiato il tutto poche ore più tardi, senza inveire o lasciarmi andare in esternazioni, solo maledicendo (mentalmente) la mia rintontaggine da appena sveglia, ma niente più. Ora mi spiego anche perché quando sono in fila la gente attacca bottone, pure se non voglio farmi attaccare alcun bottone da alcuna persona, perché la risposta che do è esattamente quella che hai riportato tu, più o meno. Sono anche salutista (credo) ma per carattere, non per scelta: tra una tavoletta di cioccolato e una carota scelgo la seconda perché mi tira di più (se ben lavata e pulita, ovviamente. Adoro sgranocchiare le carote crude, fin da piccola).

    Ora probabilmente verrò odiata da chiunque leggerà questo commento ma giuro di aver detto la verità.

    Più che altro mi carico le frustrazioni sulle spalle e me le tengo dentro, perché non voglio rompere le palle a nessuno con i miei lamenti (odio le persone lagnose). Però ti confesso che a volte invidio le persone sanguigne, focose, (come mio fratello) di quelle che mandano subito a fanculo senza farsi troppi problemi, sia perché questa mia indole mi causa gastrite sia perché a volte ho paura di risultare “moscia”, di risultare una che non sa farsi valere proprio perché sopporta.

    Insomma, l’erba del vicino è sempre più verde… no?

      1. Bella lei che mi ama così come sono. 😀

        A mia discolpa ti dico che le gonne gipsy col sandalo rasoterra le ho abbandonate alla soglia dei 19 – 20 anni e che la vita da fricchettona non mi ha mai attirato; a me la verdura piace più della carne per gusto personale ma se mi metti davanti una bella fiorentina la mangio con gusto, anche se mi dispiace per la mucca. Non sono fissata con i cibi biologici e trovo risibili le persone che lo sono (ne ho viste parecchie, ho la mamma che ha un alimentari frutta e verdura! :P) mentre trovo ammirevole cercare di nutrirsi in modo sano “studiando” quali sono gli alimenti più salutari e mangiando consapevolmente. Ma questo certo non è da fricchettoni. 😀

        1. infatti io credo che la consapevolezza e la curiosità siano una cosa, la fissazione un’altra. Li hai definiti bene tu: fricchettoni. Invasati anche, ma questo aggettivo lo aggiungo io, che sono stronza e posso. Tu sei troppo bellina 🙂

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