In a Bar under the Sea

E niente, ho un sacco di cose da fare.

In ufficio ci sarà da rimboccarsi ben benino le maniche e tirare come i muli sardi almeno fino alla fine dell’anno.

Titu sta cominciando a muevere i primi passi, gattona come un missile e i miei riflessi sono messi a dura prova, ma è tutta una questione di abitudine e so che tra qualche settimana l’automatismo passo-tavolo-capocciata evitata per un pelo sarà ordinaria amministrazione.

Le lezioni in palestra sono iniziate alla grande: non avrei mai pensato di dire una cosa del genere, ma sono veramente felice di aver investito una parte dello stipendio nel volermi rimettere in forma. La gravidanza, il travaglio infinito e il parto cesareo avevano lasciato un segno troppo marcato perché le cose tornassero magicamente a posto da sole: urgeva una terapia d’urto, di quelle belle aggressive come piacciono a me e questa volta direi che sono stata accontentata alla grande: il personal è competente, coinvolgente, empatico ed è un motivatore nato. L’aver trascinato anche Chef in questa impresa mi da uno stimolo in più e rende tutto più divertente: essendo entrambi competitivi di indole, è un continuo spingere fino al limite per fare di meglio. L’aver smesso di fumare per ora mi da un vantaggio su di lui, ma il mio uomo è uno che recupera in fretta e so che non devo abbassare troppo la guardia.

E fondamentalmente ho il cazzo di blocco dello scrittore. Cioè, ho una gran voglia di scrivere, ma appena mi metto seduta col Mac davanti a me rimango con le mani a mezz’aria sopra la tastiera, come un pianista appena prima di iniziare il suo concerto. Con la differenza che lui comincia a suonare e io rimango impalata come un baccalà davanti al monitor senza aver concluso niente. Ecco perché non aggiorno: son giorni un po’ così, con la testa piena di idee tutte raggrumate assieme che non ne vogliono sapere di scigliersi e fluire via, verso le dita e la carta. Arriverà anche quel momento prima o poi, nel frattempo io accumulo stimoli allenandomi, leggendo, giocando con mio figlio. Questo weekend, dopo millemila anni, ho fatto una delle mie passeggiate in solitaria, ipod nelle orecchie a palla e macchina fotografica al collo, spedita verso il mare. Che in inverno, quando tutti se ne sono andati e gli stabilimenti sono chiusi, il mare torna a essere solo nostro. Che va bene, non sarà un gran mare, ha il fondale sabbioso, l’acqua non è limpida mai nemmeno da lontano e ci saranno sicuramente dei paesaggi migliori e più suggestivi… Ma questo è il mare che ho visto da sempre, che ho imparato a conoscere, ad amare e che mi è entrato per osmosi sotto la pelle, fin dentro le viscere. Il mare mi acchiappa sempre, c’è poco da fare: l’impulso di spalancare le braccia, di fronteggiarlo, di riempirmi i polmoni di salsedine è da sempre un richiamo troppo forte per tentare anche solo per un istante di resistergli.

Del resto, si sa, io non sono famosa per essere una che resiste alle tentazioni…

 

6 Risposte a “In a Bar under the Sea”

  1. Come per te la palestra, per è la piascina.
    Amo la piscina, ed amo sguazzare nell’acqua. Vivo al mare, ma il mare non mi piace molto. Preferisco la piscina anche per non fare sport ma solo per sguazzare, pensa un po’.

  2. A me ha sempre fatto schifo andare in palestra e sono sempre andata in piscina. Però adesso mi sto allenando privatamente con un personal trainer perché avevo bisogno di ritornare in forma dopo la gravidanza…

    Però la piscina la preferisco… e ci porto Titu una volta a settimana! 🙂

    1. Senza volerlo abbiamo preso la stessa decisione nello stesso periodo. E’ tosta la faccenda, ma nonostante tutto… mi piace. Anche fare pesi, per dire. E chi l’avrebbe mai detto? Io, che se non è cardio e non si suda sangue, non mi muovo? Devo dire che i risultati sono impressionanti, rispetto a prima…

  3. Sì, anche per me era così… e i risultati si vedono e si sentono.
    Siam state telepatiche in effetti… quando si dice il tempismo 🙂

  4. eccomi… io palestra la adoro da sempre
    risultati a periodi, purtroppo i miei muscoli sono sempre restii.. genetica dicono ma un po’ meglio va o almeno mi vedo meglio ecco…:))
    mamma e’ rimasta ovviamente a casa sua ma io torno nel fine settimana
    chiaro spero che non succeda nulla nel frattempo
    sei sempre una meraviglia di blogger mi coinvolgi sempre in cose molto interessanti…..
    purtroppo ho sempre meno tempo per stare qui….

    1. Ely il fatto che tu abbia meno tempo per passare di qua non può non rendermi che felice: significa che hai altro di meglio da fare e io so quanto te lo meriti! Un abbraccio fortissimo!

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