l’Alfonsa

Si dice che Jean Jacques Rousseau, da ragazzino, amasse tantissimo fare lunghe passeggiate: gli piaceva così tanto che una volta fece il giro un po’ troppo largo e le guardie chiusero le porte di Ginevra e lui se la prese in saccoccia, passando la notte fuori al freddo da bravo coglionazzo. A sentire lui, aveva perso il senso del tempo. E pensare che il papà era orologiaio. Eh.

Immanuel Kant, filosofo pure lui, era metodico. Ma tanto metodico. Così metodico che ogni mattina, quando si alzava e andava alla finestra che dava sul parco davanti a casa sua, capiva che era sempre la stessa ora. E non perché sentiva i rintocchi dell’orologio, no. Che mica sono normali, sti filosofi. Lo capiva perché le anatre che sguazzavano nello stagno si libravano in volo sempre quando lui andava alla finestra. E si sa che gli animali sono precisi. Leggetevi, se riuscite, la Critica della Ragion Pura e mentre lo fate pensate, ogni volta che non capite un passaggio, che il tizio che l’ha scritta ogni mattina si alzava alla stessa ora gabbando le anatre di un soffio. Cioè, l’aveva presa proprio sul personale, questa faccenda delle anatre.

Alessandro Manzoni diventò così bacchettone e mangiaostie dopo aver perso tra la folla la giovane moglie, durante una festa a Milano. Dalla paura di non trovarla più (sai che pacco, sposarsi una che ti stira le camice e ti fa da mangiare e perderla subito?) si rifugiò in una chiesa e fece voto a Dio di convertirsi, se fosse saltata fuori la sposina. Appena si voltò, manco a dirlo, la rincoglionita fece cucu sulla porta. Probabilmente gli diede pure il cazziatone, all’Alessandro, per averla persa.

Fedor Dostoevskij era sempre in ritardo con la consegna dei manoscritti, non ce la poteva fare. Decise di prendersi una segretaria a cui dettare i suoi testi. Ma li dettava a modo suo. Si dice che gli originali fossero pieni di errori.

Dumas, il papà dei Tre Moschettieri, era un maiale. Si sarebbe mangiato anche l’aria che respirava, se avesse potuto.

Beethoven era un pazzo anarcoide con tendenze alcooliste.

La mamma del povero Leopardi era di braccino così corto da far impallidire un genovese (senza offesa Eka)

E potrei andare avanti per delle ore. Sono la regina del gossip datato. L’Alfonsa Signorini dei tempi andati. Adoro gli aneddoti che riguardano la vita dei mostri sacri di letteratura, arte, musica, filosofia… insomma, io credo che conoscere il lato umano di queste persone, ce le avvicinino molto. Se oltre alle opere, alle figure retoriche, ai concetti e alle teorie i professori farcissero il tutto con qualcosa di divertente, forse qualche studente in più si appassionerebbe alla letteratura. O allo studio in generale. Me lo vedo già, il brufoloso gobboni sull’antologia di italiano che si dice “chi era già quello che è morto mangiando bacche e erbacce perché si era isolato sull’eremo da quanto gli stavano sulle palle tutti? Ah già! Eraclito!!” . Insomma, studiare sarebbe un po’ meno una rottura. Chiedete a Chef che esperienza ilare è girare con me in un museo. Dopo 4 ore dentro il British Museum aveva i lacrimoni.

Dovrei pensare a dare ripetizioni o di fare tour guidati. Sarebbe un’idea.

 

8 Risposte a “l’Alfonsa”

  1. opto per i tour guidati
    uno che si appassionava alle persone prima che agli artisti era mio FratelloBello ai tempi dell’università
    ci siamo girati più chiese di Roma noi due che un cardinale in odor di papato e per ognuna di queste lui sapeva lo sviluppo architettonico ma anche gli anedotti più disparati sulla costruzione della medesima o sulle opere esposte
    e ti giuro, io ho poca familiarità coi nomi e me li dimentico sempre ma di quelle chiese lì ho tutto ben in mente

    1. e che Michelangelo ha fatto a botte col Papa quindi te l’avrà detto, no? 😉

  2. Hai dimenticato la mia battuta finale al mio primo esame di storia dell’arte: il Vasari, quella vecchia ciattella (ciattella in genovese sta a pettegola).
    Son cose.
    Uh, noi genovesi non siamo tirchi, siamo poveri 😛

    1. ah già, dimenticavo 😉
      non la sapevo quella del Vasari! bisognerebbe unire le forze e le conoscenze! 🙂

  3. Anche a me piacciono questi pettegolezzi, trovo come te che rendano più umani i mostri sacri e che facilitino la memorizzazione. (Conoscevo solo quello del Manzoni e del Beethoven tra quelli che hai elencato). Se ne sai ancora aggiungili, anzi se ce ne fossero abbastanza sarebbe ganzo fare una rubrica settimanale con tutte le dicerie sui grandi artisti. 😀

    Ottima l’idea di dare ripetizioni o tour guidati, io ci farei un pensierino. Seriamente. 😀

    1. ne so un treno di aneddoti così! 😉
      l’idea della rubrichetta (magari mensile) non è male per niente sai? Ci penserò su!

  4. Io sono una gossippara dei giorni nostri, ma non fa lo stesso effetto essere l’Alfonsa del 2012 quando ci sono Alfonse come te!

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