La prima cosa bella

Svegliarsi al sabato mattina stiracchiandosi come un gatto indolente, indugiare un po’- non troppo però, tra grovigli di lenzuola ancora tiepide. Alzarsi e strascicare i piedi fino alla cucina, prepararsi un caffé e sorseggiarlo in mutande e t-shirt, seduta al tavolo. E per Dio, quanto mi manca un sigaretta in certe occasioni, ma cerco di pensarci il meno possibile. E poi fare colazione, sempre con calma, preparare la sacca per la piscina, rifare il letto, leggersi un articolo di Cosmopolitan sul divano, cazzeggiare un po’ online…

A volte mi ci ritrovo, a fare la mia vita di prima. Prima del nanetto intendo. E non mi dispiace. Per niente. Poi però sento un rumorino sospetto arrivare dalla stanza in fondo al corridoio, mi sporgo per guardare che succede e vedo prima due manine e poi una testa fare capolino dalla sponda del letto. Due occhi grandi, blu come la notte e allo stesso luminosi come il sole di Ferragosto, che cercano me. Solo me.

La consapevolezza che per una piccola personcina io sia il centro del mondo e l’unico punto di riferimento nella sua esistenza a tratti mi spaventa e a tratti mi rende immensamente felice. Penso che sia una grandissima responsabilità, ma il più delle volte vedo tutto come se fosse un gioco- di squadra- in cui senza forzature o eccessive paranoie io e un uomo meraviglioso costruiamo mattoncino su mattoncino le fondamenta del carattere di un altro essere umano.

Credo che essere genitori sia una grande responsabilità, ma che allo stesso tempo sia una delle avventure più emozionanti e gratificanti dell’esistenza umana. Un’esperienza irripetibile e mai uguale (nessun figlio è, credo, uguale all’altro e ogni giorno qualcosa cambia), un avvenimento che sconvolge, ribalta e sovverte tutta la tua vita. Che la migliora, da ogni punto di vista la si guardi. Perché anche quando non dormi, quando sta male e piange e non sai assolutamente cosa fare, quando tutto sembra andare a rotoli e tu sei quella che rotola più forte di tutto, quando vorresti solo piangere e sbattere la testa contro il muro implorando “aridateme la mia vita di prima!” dentro di te sai che non vorresti che niente fosse diverso da come in effetti è.

Non c’è niente di più bello di tuo figlio che ti guarda con quella fiducia e quella gioia disarmanti. Non c’è emozione più grande del sentirsi chiamare “mamma” per la prima volta. Non ci sono parole per descrivere quello che provi quando, dopo ore di sofferenze immani, tuo figlio fa il suo ingresso nel mondo e tu lo guardi per la prima volta. E senti il suo odore e il battito del suo piccolo grande cuore.

Certe emozioni, per quanto le si viva e si riviva ancora e ancora e ancora, non smettono mai di stupirti e non ti bastano mai.

Mio figlio è una di queste.

Grazie, per questo anno pieno d’amore.

Che il tuo compleanno è 10, lo so, ok. Però a me e a tuo babbo ci aspetta il solito weekend di passione e chissà se sarò in grado di scrivere qualcosa di sensato, lunedì…

 

6 Risposte a “La prima cosa bella”

  1. Grazie ragazze!
    Titu ringrazia e manda bacini con le sue manine grassocce a dritta e a manca! 🙂

  2. arrivo in ritardo ma si sa, gli auguri li faccio lo stesso e di gran cuore
    e sentire mia mamma, dopo tanti anni, dopo quattro figli, dire : rifarei tutto da capo anche domani non solo mi commuove ma mi fa capire che sì, essere genitori è un gran dono

  3. Not: pure io rifarei tutto da capo e credo che lo dirò anche tra cinquant’anni 🙂 Grazie degli auguri
    Eka: oh sì, pinguissime :))))) Prima o poi le mordicchierai anche tu, promesso (sembriamo 2 malate di mente…)

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