la dolce meraviglia dell’andare piano.

keepcalm25Il tempo, questo maledetto tiranno.

Il tempo che non basta, il tempo che scivola via dalle dita, il tempo che si porta via attimi preziosi e che ci lascia spesso esausti, insoddisfatti, con l’impressione di correre perennemente come sciocchi criceti su una ruota, senza mai concludere nulla. Alla lunga, è una sensazione davvero fastidiosa. Castrante, la definirei.

Ultimamente sorrido sempre meno, perdo la pazienza con i bambini molto più spesso di quanto dovrei, ho sempre mal di testa e vivo come annaspando, da quando mi alzo a quando vado a dormire, con la testa che lavora, che elabora liste di improbabili cose da fare, che si ripromette che il giorno seguente andrà meglio. Ed è solo un’illusione, perchè fino a che si predura in un atteggiamento sbagliato, le cose non possono cambiare, né in positivo e né in negativo. Si rimane invischiati in un pantano appiccicoso e frustrante, che inibisce ogni iniziativa funzionale per favorire solo i soliti comportamenti sbagliati ma collaudati da un’abitudine durissima a morire.

So che non va bene. Fino a poco tempo fa ero la più brava del mondo a stilare le liste dei “non mi piace”: non mi piace avere mal di testa, non mi piace avere la faccia tirata e lo sguardo torvo, non mi piace impazzire dietro alla casa, non mi piace sgridare inutilmente o in malo modo i miei figli, non mi piace avere attacchi di fame nervosa. Potrei continuare all’infinito, perchè, come dicevo poche righe sopra, sono davvero brava in questo. E mi sono chiesta se forse non fosse proprio lì, il nocciolo della questione: bene e spesso le persone che conosco e che vivono periodi di forte stress (e bene e spesso queste persone sono mamme) anelano a un periodo di stacco, di pausa, di fuga. E io penso che in questo non ci sia nulla di male, anzi credo che sia sacrosanto pretendere il diritto ai propri spazi. Ma quando questo non è possibile fisicamente, quando non possiamo andare in vacanza, quando i figli, il lavoro e tutto il resto non combaciano con gli orari per la palestra, quando un aperitivo con le amiche una volta ogni tanto non basta per rifiatare, come si fa? Si moccola e si diventa esaurite, direbbe una mia cara amica. Oppure si smette di pensare a cosa non ci piace e si comincia a fare la lista al contrario, quella delle cose che vanno bene e si cerca di riempirla il più possibile. Prendersi il proprio tempo per davvero significa rendersi conto di ogni attimo. La vita è questa, ne abbiamo una sola e sprecarla stilando liste di cosa non va senza fare nulla per migliorare le cose è stupido, oltre che inutile. In questo momento della mia vita sono consapevole del fatto di non avere un attimo di tempo per me, così come sono altrettanto consapevole che non è per sempre e che quando i miei figli saranno più grandi, mi mancheranno le loro manine appiccicose, le loro voci sottili, le risate spensierate e i piedi e i vestiti sporchi di terra e di erba e le ciabatte piene di sabbia. Mi mancherà stendere vestiti piccoli e buffi. Mi mancheranno le coccole.

Mi vivo questo periodo denso e difficile con la consapevolezza che non durerà in eterno e con la convinzione che ci sia della meraviglia anche nelle piccole cose quotidiane. La colazione lenta della domenica mattina. Una tazza di caffè bolllente dopo pranzo. Preparare la cena con del jazz in sottofondo mentre i bambini giocano con il babbo in salotto. Stendere i panni all’alba, quando la campagna è ancora semi addormentata. Andare piano, assaporare i momenti, i colori, le sfumature. Sembra facile ma provateci voi, che come me siete cresciuti con l’alienante regola del dover sempre andare di corsa e fare millemila cose, e ditemi se ce la fate.

Non è noioso, per niente.

è una dolcissima meraviglia.