satisfaction is my way of life

Ok, ci stava tutto questo colpo di coda finale dell’inverno. Che, diciamocelo, almeno qui da noi non è che sia stato poi così rigido. Quindi ok l’abbassamento delle temperature, ok la pioggia, ok il vento. Però insomma, aveva anche un po’ rotto le palle ed è stato un bene che se ne sia andato.

Oggi, finalmente, è il primo vero giorno di primavera. Fa caldo, c’è un bel sole, l’aria è piacevolmente frizzante e io, manco a dirlo, ho mal di testa. Ma ci sta, è il cambio di stagione e per chi soffre di emicrania i cambiamenti stagionali, le lune, i cicli ormonali e altre amenità della natura si fanno sempre sentire. Ma non è un’emicrania di quelle pesanti, altrimenti manco per il cavolo che me ne stavo qui in cucina a scrivere con i Pearl Jam in sottofondo. Lo ignoro, che oggi sono troppo felice per curarmi del mal di testa. Stamattina ho portato in giardino il Piccoletto, gli ho dato solo un’unica semplice istruzione: occhio a non farti male, per il resto fai come ti pare e vai dove vuoi. Al mio invito di “esplorare il giardino” gli ho visto brillare gli occhi e mi sono detta che è davvero un bambino fortunato, ad avere così tanto spazio tutto per sé e mi sono ricordata la mia felicità immensa quando, a sette anni, ci trasferimmo dal nostro vecchio appartamento a una casa indipendente con giardino: mi sentivo un esploratore nel Borneo, non c’era giorno che non fossi di fuori, anche in inverno e devo essermele fatte in quel periodo, le mie macro difese immunitarie cazzutissime. Avevo sempre le mani nella terra, correvo con il mio gatto e con quelli dei vicini, giocavo a palla con altri bambini nel viale, andavo in bicicletta… insomma benché non vivessimo in campagna, la mia infanzia è stata molto ruspante. E il mio carattere si è sviluppato di conseguenza: ricordo con un sorriso che uno dei miei giochi preferiti era appendermi al ramo più robusto della magnolia e fare la scimmia: per farvi capire che soggettino fossi… E poter regalare le stesse possibilità a mio figlio (e alle sorelle e/o fratelli che arriveranno, prima o poi) mi fa sentire fiera di me e anche incredibilmente grata per tutte le fortune che ho. Che non è tutto merito mio, anzi, che se non ci fossero stati i miei, per tante cose la mia vita non sarebbe stata così serena, nonostante non sia mai stata una figlia di papà con le mani in mano so di essere una persona privilegiata. Quello che davvero vorrei trasmettergli è quello che mi hanno trasmesso i miei a loro volta: la soddisfazione per la propria vita, per quello che ha e non essere mai rosicone, scontento o invidioso, per nessuna ragione al mondo, anche quando o se le cose dovessero andargli meno bene del previsto. Credo che questo sia un modo di vivere, più che una condizione dettata unicamente dal benessere economico: in trent’anni ho incontrato persone che avevano tutto e non erano mai contente (un bel badile di gomma e un bel campo di argilla da spianare e vedi come gli spariscono le paturnie, a mio parere) e altre che tiravano a campare e nonostante arrancassero erano sempre positive. Essere ottimisti e accontentarsi non è direttamente proporzionale al conto in banca: lo so che sembra la più grande banalità dopo “non ci sono più le mezze stagioni”, però cazzen, ultimamente sento e leggo solo di gente che si lamenta per ogni cosa e sono arrivata un po’ a livello. Sarà che ultimamente diciamo che non ho proprio vissuto dei momenti…ahem… leggeri e quindi l’asticella della non tolleranza che mi contraddistingue da sempre si è ulteriormente abbassata. Sarà che guardare un bambino di tre anni e mezzo correre e rotolarsi nell’erba assieme al suo gatto e ridere a crepapelle solo perché c’è il sole ed è caldo mi riempie il cuore di talmente tanta gioia che non capisco dove siano tutti i problemi che tante persone benestanti e in salute si fanno inutilmente ogni giorno, sarà che nel bene e nel male ho sempre avuto intorno a me chi fosse capace di strapparmi un sorriso: marito, amici, genitori… che se sei negativo ti circondi di gente come te, ma se sei sempre alla ricerca di emozioni belle, anche le persone che fanno parte della tua vita saranno state inevitabilmente selezionate di conseguenza.

Per questo weekend (che cambia anche l’ora, se dio vuole)  ma per tutta la primavera e anche oltre, vi auguro di cercare sempre di essere positivi, che non significa essere sempre felici a tutti i costi, ma piuttosto essere proiettati alla ricerca della serenità, della pace interiore. La felicità è un’emozione forte che, al pari del dolore, fortunatamente non è una costante della nostra esistenza, o saremmo sempre sballottati.

Siate sereni, siate positivi, amatevi e, qualora non vi amaste, smettetela di stare con il culo sul divano a compiangervi: non serve a nessuno e le cose non cambieranno mai da sole. Smettete di desiderare, cominciate a fare in modo che il desiderio si avveri. No, non mi sono fumata nessun fungo strano, non ho bevuto (in ogni caso, prima di sentirmi delirare, voi sareste già ampiamente ubriachi, quindi manco proverei, fossi in voi…) e non sono stata posseduta da chissà quale spirito religioso. Anzi.

Sarà la primavera.

Sarà che sono innamorata di un uomo meraviglioso.

Sarà che ho un figlio che levatevi tutti.

Ma la questione è semplice: sono serena. Sono viva, giovane, bellina e in salute. Fuori c’è il sole e stasera vado a cena con amici. Parafrasando il bel Gerorge, “what else”?

5 Risposte a “satisfaction is my way of life”

  1. Quanta verità… Essere soddisfatti, sereni o quantomeno consci di ciò che si ha è fondamentale. Tutto il resto è in più!

    1. Che non fa mai schifo eh, come “in più”, anzi. 🙂
      Il top sarebbe sempre avere la serenità e l’equilibrio giusti per vivere al meglio ogni situazione, ma non è sempre così per tutti. Credo che un 50% sia per fattori esterni (difficoltà economiche, salute precaria ecc) ma un buon 50% dipenda anche dal carattere di ognuno di noi. Se uno si lamenta di continuo, sicuramente non apprezzerà mai anche quel poco di buono che ha dalla sua vita, perché troppo impegnato a lamentarsi.

  2. Cavolo.
    Io sono stata lasciata dopo 11 anni -5 di convivenza- dall’omuncolo che non ha avuto il fegato di dirmi che se ne andava perchè non voleva tradirmi, dato che voleva “esperienziare” un’altra. Ma questo l’ho saputo dopo un tentato suicidio -mica per lui eh, altri casini troppi casini-, un ricovero in clinica psichiatrica e lui che, in quei 12 giorni, mi prende e mi molla 4 volte. Il 7 marzo mi dimettono, l’8 marzo, dietro mia incalzante -e dolcissima e astutissima- serie di domandine, ecco che dopo 1000 no mi dice del “pensiero” dell’altra. Non ho più nulla, non ho un lavoro, ho 35 fottuti anni, la salute annientata e la “”””famiglia”””” che pensavo di avere aveva solo un 50% di affluenza. Anzi, un’85%, che ci mettevo troppo di mio. Io che non mi ero mai piegata, mai affidata, mai annientata di fronte a nulla. Negli ultimi 12 mesi mi ero fidata di lui, mi ero un pò rilassata e perdonata. Zac.
    E diavolo, sai che c’è? Che no, non sono serena e no, non sempre i desideri e i sogni si avverano, anche se ce la metti tutta.
    Cazz, la vita è ruvida, anche.
    Ti scartavetra la pelle.
    Sfogo anonimo.
    :-*

    1. Un abbraccio virtuale, anche se non servirà a niente e non renderà i tuoi giorni meno ruvidi.
      Lo so che la vita certe volte è una bella merda, l’ho provato sulla mia pelle e anche nella mia famiglia. Ci sono cose talmente devastanti da lasciare senza fiato. Poi però passa, almeno, nel mio caso è passato, dopo bagni di dolore, dopo groppi ricacciati indietro a forza.
      Ci sono cose brutte. Che se accadono poi ai bambini sono ancora più brutte. ma cosa fai, ti sfasci? Alcuni decidono di si, altri invece si rimboccano le maniche e se la ricostruiscono e se la rattoppano un po’ come meglio possono, la loro serenità.
      Ho visto con i miei occhi una mamma meravigliosa ricostruire l’equilibrio di una famiglia in silenzio, senza fare rumore, senza pretendere giustizia, senza arrabbiarsi. E non posso non pensare che se ce l’ha fatta lei, possono farcela quasi tutti.

  3. @E: Ah, e comunque all’omuncolo in questione io auguro diarrea a spruzzo per tutto il resto della sua vita.
    Così, che male non fa. 🙂

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