primi amori

Mio figlio si è innamorato. A due anni (tutto suo babbo…). Già vi immagino, voi lettori, a fantasticare di un piccolo bambino buffo e tenero che si invaghisce della coetanea con i boccoli e la gonna a balze rosa a pois. Che bell’immagine, da cariarsi i denti tutta la vita.

E invece no.

No, lui s’è innamorato di Pippi Calzelunghe. Ha beccato un episodio per caso dalla Mutti l’altro giorno e adesso non ci sono cazzi per nessuno, ogni tre per due punta la tv e comincia a gridare “Pippi! Pippi!” come un tredicenne in piena tempesta ormonale. Me la fa anche disegnare sul blocco enorme per gli schizzi che gli ho regalato sei mesi fa e che non si era mai filato manco morto. Son sempre dietro a disegnare ragazzine con le lentiggini e i capelli rossi, cose da pazzi. Che poi, voglio dire: possiamo spendere 3 minuti del nostro tempo ad analizzare il telefilm di cui sopra? Pippi è una ragazzina che vive con un cavallo e una scimmietta in una casa enorme, non va a scuola, è orfana di madre e suo padre fa il pirata (e sticazzi, no?) : insomma, una strana forte. Per forza che gli piace, è figlio mio! Scema io che mi meraviglio.

Oltre a dover gestire le crisi di panico tra un episodio e l’altro (stamattina piangeva come un pazzo perché lei era andata “bia“), cerco anche di riprendere le mie vecchie capacità di interprete per cercare di comunicare con mio figlio, che parla tanto, ma che ovviamente ha un lessico un po’ tutto suo. Inoltre ha una passione al limite della malattia mentale per i Blablu (i bidoni dell’immondizia): siamo al livello in cui il massimo della botta di vita, per lui, è quando accosto la macchina al cassonetto, inserisco la chiave e lancio il sacchetto dell’indifferenziata nell’apposito scomparto. Per non parlare del fatto che sa già distinguere grazie ai diversi colori dei sacchetti il bidone dell’organico (blablu yallo) dal Mururoa dell’Indifferenziata (blablu blu). Ho creato un mostro, cazzen.

Inoltre ha diverse strane fobie: ad esempio è terrorizzato dai maiali. Qualsiasi tipo di maiale, anche il lattonzolo più carino, gli fa senso. Teme il verso del gallo e della gallina più di qualsiasi altra cosa; quest’estate diverse volte alle cinque e mezza si è svegliato in preda alle lacrime gridando “cocca bia, cocca bia!” con conseguente desiderio della sottoscritta di farci un brodo stratosferico, con questa stramaledetta cocca. Poi gli arriva incontro di corsa il pastore tedesco dei miei e lui cosa fa? Ride. E lo abbraccia. E vabbè, i bambini sono belli proprio per il loro essere sorprendenti e imprevedibili.

Che infatti ci pensavo proprio stamattina mentre lo osservavo sgranare i fagioli che gli avevo messo sul suo tavolino: era lì tutto concentrato, con quel suo faccino da prendere a morsi tutto il tempo e quando riusciva a tirare fuori un fagiolo dalla buccia e a metterlo nella vaschetta di plastica si voltava verso di me e mi guardava con quell’espressione felice e vincente come a dirmi “visto mamma che bravo, eh?!” e ormai mi metto a piangere come una scema. Che ok, è vero che quando arrivo alle nove di sera sono stanca morta ma è anche vero che da quando Titu ha imparato a camminare e a parlare io non ricordo più che cosa sia la noia. Ed è questo il vero miracolo dell’avere figli: se riesci a tornare indietro con loro poi vedi tutto attraverso il loro filtro e la vita prende una sfumatura diversa; più calda, più colorata, più semplice, più vera.

E più bella, anche.

 

2 Risposte a “primi amori”

I commenti sono chiusi.