Pregnancy Top Five

Una cosa di me che si sa poco è la mia passione per le classifiche. Tipo “le cinque cose che non sapete di me”, “le tre cose che odio”, “i dieci libri più belli mai letti” , “le otto cose da non dire mai a una donna” e via di questo passo. Sono una malata di mente, lo so da ventotto anni e non c’è bisogno che veniate qua a puntualizzare una cosa già ovvia.

Oggi sono stata folgorata dal pensiero che l’anno scorso in questo periodo avevo già una panza che faceva provincia, mi si stavano cominciando a gonfiare i piedi e avevo gli stessi sbalzi d’umore di un serial killer schizofrenico. E ho realizzato che la gravidanza non mi manca nemmeno un  po’ e mi sono anche chiesta, seriamente, come fosse stato il comportamento delle persone che mi stanno abitualmente attorno durante il mio periodo gestazionale.

La risposta è stata: bene nel 20% dei casi, accettabile per un buon 50% e di merda per il restante 30%. Nel senso che alla prima percentuale appartengono familiari stretti e soprattutto Chef, alla seconda gli amici e all’ultima quelli che non conosco ma che incontravo in giro (quando uscivo la sera…) e che immancabilmente mi dicevano una parola storta al momento sbagliato.

E quindi ho deciso di stilare la prima classifica del blog. Magari vi tornerà utile, prima o poi.

LE CINQUE COSE DA NON DIRE MAI A UNA DONNA INCINTA

1. Goditela finché è lì dentro, che poi non dormi più.

2. Eh, certo che fa male. Preparati.

3. A una mia amica si è staccata la placenta e ormai ci rimangono sia lei che il bambino.

4. E lui come l’ha presa, quando l’ha saputo?

5. Ma lo sai quanto costa, un figlio? Ci avete pensato bene?

Non sono in ordine di cattiveria, no. Sono in ordine di frequenza con cui mi sono state dette, nell’arco di nove mesi.

Leggere la numero 1 mi fa sorridere, dato che mio figlio dorme, da sempre, due o tre ore in più di me. Tiè, stronzi.

La numero due gliela ficcherei a tutti dove non batte il sole, date le mie 18 ore di travaglio senza epidurale più taglio cesareo a chiudere (a me Bear Grills me fa una pippa).

La numero tre ha mille variabili (deformità fetali e patologie neonatali di vario genere, complicanze durante il parto, emorragie, le sette piaghe d’Egitto, ecc. Insomma, potete scegliere quella che vi piace di più.).

La quarta non l’ho mai capita…come se il futuro padre fosse quello a cui cambia radicalmente la vita e che deve rinunciare alle sue abitudini (uscire con gli amici, andare a lavorare, andare in palestra ecc), dopo il parto. Mah.

Un figlio costerà anche, ma dato che la vita sociale e mondana dei due neo-genitori eguaglia quella dei monaci trappisti e che per un po’ la mamma non mettendo il muso fuori di casa rinuncia allo shopping scriteriato che è parte fondamentale del suo essere femmina, il rapporto tra entrate e uscite (almeno nel mio caso) va comunque a pareggiare il bilancio.

Comunque, tutto questo per dirvi che se avete un’amica, una sorella, una cugina, una figlia o una moglie gravida, fatele un favore.

Fatevi gli stracazzi vostri e vedrete che lei avrà la gravidanza più felice del mondo.

9 Risposte a “Pregnancy Top Five”

  1. ..la n.3 è da violenza fisica, nel senso che in quel momento è come se ti autorizzassero a prenderli a calci nel popò, o a pugni sul naso.

    ..come si fa a dire una cosa simile a una donna che sta aspettando un bimbo, con tutte le paure e disagi che già ha?!

    Che si parli del parto, ok, alla fine è l’inevitabile conclusione, ma di tutte le possibili risvolte negative.. è profondamente sadico.

  2. si, lo è. Ma, nel caso prima o poi decidessi di diventare portatrice sana di panza, preparati perché uno stronzone che ti dirà una cosa del genere lo troverai.

    E volendo li puoi prendere anche a calci in culo.

    Una donna incinta può fare tutto, nessuno le dirà mai niente :)))))

    1. ..lo terrò bene a mente allora e ovviamente cercherò – per quanto sarà possibile – di munirmi di tacco appuntito, per recare più dolore possibile 😉

  3. ogni tanto sono fiera di me
    che un giorno, incontrando un’amica che vedo pochissimo e vedendole la pancia ho esclamato “che bello!”
    e lei lì a dirmi che era preoccupata, che un figlio già ce l’aveva e nons apeva se sarebbe stata all’altezza e altri mille pensieri.
    ho sorriso tutto il tempo e le ho detto “non preoccuparti…vedrai che andrà tutto bene”
    sono apssati sei anni…ogni volta mi ringrazia che quel giorno lì aveva bisogno di quelle parole lì
    che poi sono le parole di cui ognuno di noi avrebbe bisogno, di tanto in tanto
    io mi ricordavo bene, l’effetto che fanno
    ma non serve un genio per capirlo

  4. No, infatti non ci vorrebbe un genio, basterebbe un po’ di buon senso, qualità che tu hai da vendere, ma che manca a un’infinità di gente…

  5. Che cazzoni, in effetti devo ammettere che dolore, pancia enorme con pupo inside e soldi mancanti sono i miei incubi peggiori ora come ora (difatti mi metto un tappo e via)… ma non è che tedio chiunque. Almeno, spero di non averlo fatto.

    Ma sai che ho scoperto ora il nuovo blog di cucina (ne avevi uno, ma poi l’avevi chiuso, o sbaglio)?
    Adovo! Proverò tutto.

    p.s: ho finalmente imparato a fare i template per i nuovi modelli di blogspot e mi sento figa. LOL.

  6. No Eka, figurati se tu mi tediavi!! 🙂

    Esigo i feedback, se provi le ricette! A breve ne posterò altre 😉

    Ma te SEI figa.
    Ecco.

  7. A te non lo hanno mai detto “mah guarda, il dolore poi te lo dimentichi..”
    Stacippa!
    Magari viene soppiantato da altri ricordi, ma quel quadro lì non lo nascondi nemmeno dentro il bunker di gheddafi…Ahiò!

  8. Sì me l’hanno detto. Sinceramente io il dolore l’ho rimosso. Così come ho rimosso il dolore di quando mi sono rotta la tibia, di quando mi sono operata al setto nasale e di quando ho preso un palo della luce in pieno muso (mi ci hanno spinta contro).
    Nel senso che il dolore lo rimuovi appena passa, è un meccanismo umano di auto-conservazione.

    Ma ciò non toglie che fare un figlio fa male.

    Cazzarola.

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