Caro Babbo Natale,
siccome mio figlio ha la varicella e soprattutto ha – dettaglio non trascurabile- solo tre anni e mezzo, è un po’ difficile che si metta giù di buzzo buono a scriverti la letterozza. Che non sa proprio scrivere, il nano. E allora ci penso io dai, che altrimenti poi ti senti trascurato e per ripicca tratti male le renne che poi si incazzano e ti denunciano alla protezione animali e va a finire che ti fanno il culo a strisce, che mica ci vanno giù leggeri in Scandinavia, se fai lo stronzo con gli animali.
Dicevamo: la lettera.
Beh, ce l’hai la tv, nella tua baita lì a fanculonia dove abiti te? Ecco, accendila, guarda una a caso tra le tremila pubblicità che i furbacchioni danno a nastro in questo periodo e farai di Ale un nano felice. Magari però tralascia quelle con le bambole e le maialine rosa: lui è più un tipo da ruspe e martelli e chiavi del 12. Però è di poche pretese, basta che ci sia da smontare e rimontare.
E uno- il più facile- l’abbiamo sistemato.
Al babbo di Ale fai passare la voglia di fumare, che è asmatico e la nicotina non gli fa bene e soprattutto fagli tornare la voglia di cucinare per sua moglie, che lo Chef tra i due sarebbe lui e non si è ben capito come mai da un paio di anni a questa parte tra pentole e padelle ci sta sempre e solo la sottoscritta.
E così siamo a quota 2.
Manchiamo io e il gatto: dato che lui mangia i nostri avanzi e dorme sul nostro divano direi che puoi anche fare a meno di scomodarti, che gli è andata già molto grassa così.
E quindi veniamo a noi, o pingue e canuto scandinavo.
Io vorrei solo togliermi quelle sette-ottomila zavorre che mi porto dietro da una trentina d’anni, ma mi rendo conto che per te non sia una cosa fattibile. Non fraintendermi, non è per sottovalutarti o sminuirti, ma credo che quello sia un lavorino che io debba fare proprio su di me, magari coinvolgendo quelle tre o quattro personalità fastidiose che a tratti albergano la mia psiche. Insomma, è un lavoraccio, ci penso io che se no non ne veniamo fuori. Rimaniamo d’accordo così; io prometto di lavorare su di me, in questo duemilaquattordici che si preannuncia avvolto in una coltre di nebbia spessa otto dita; tu però, per favore, intervieni su tutti gli altri. L’idea del far piovere settordicimila giorni è obsoleta, ci ha già pensato quell’altro con la barba come la tua un po’ di tempo fa, ma non ha funzionato: siamo tornati più stronzi di prima. Le cose troppo drastiche poi non si intonano bene con lo spirito del Natale, no? Facciamo che io ti faccio un elenco spiccio e poco pretestuoso di cose che, a mio modestissimo parere, se non ci fossero sarebbe meglio per tutti.
Per favore, caro babbo Natale, vedi di togliere definitivamente di mezzo:
– i pallini sulle maglie di lana
– chi ha l’ascella fetida alle otto del mattino (perchè ovviamente alle otto di sera sarà non più fetida, ma putrescente)
– chi risponde “una attimo” alla domanda “puoi venire qui un secondo adesso” (se uso l’avverbio adesso, ci sarà un motivo, no?!)
– quelli che “l’ho letto da qualche parte su internet” per qualsiasi cosa
– la nebbia
– la sabbia nel costume
– lo sporco sotto le unghie
– i brufoli
– il vetro ghiacciato quando sono di fretta al mattino
– il lambrusco
– i maschilisti
– le magliette con i teschi
– le hoogan
– lo smalto rovinato
– il rossetto sui denti
– il cassiere del supermercato biologico (o quanto meno, fallo diventare un po’ meno scorbutico)
– quelle che pesano 45 kg per 1.80 di altezza e ti dicono che non sono a dieta, loro mangiano. ma sparati in fronte proprio.
– i peli superflui
– le mestruazioni (facciamo che mi mandi un sms tutti i mesi per aggiornarmi sulla situazione: smetti di essere così obsoleto)
Mi fermo qui per quest’anno, ma si accettano suggerimenti dagli altri lettori, ovviamente. Che ancora devo ricopiarla in bella grafia e spedirgliela, se volete siete in tempo per aggiungere qualche punto alla lista, visto mai che il vecchio rincoglionito per una volta ci stia a sentire (e non come quando ti avevo chiesto Gira la Moda e mi hai portato Sapientino Nuova Europa. Me la sono leggermente legata al dito, sappilo.)
te puoi non crederci ma quando ho letto i pallini sulle maglie di lana istintivamente ho pensato allo smalto scheggiato e me lo ritrovo più giù 🙂
gran bella lista, la dovrei fare pure io che immagino sia terapeutica 🙂
Lo é! Mi sono addormentata serena e rilassata, manco avessi fatto 2 ore di yoga. 🙂
– Le cose rosa
– Tutte le cose col disegno dei baffi
– Le borse portate sul braccetto piegato che sembra che stai a chiede l’elemosina
– Tutto quello che hai detto tu
Grazie, è stato bello.
🙂
Ma prego, figurati. Le tizie con la borsa e il braccio a moncherino non le sbatto nemmeno io. Ce l’ho una borsa così, ma la impugno saldamente per i manici, braccio lungo il corpo. Del resto sono fatti per essere impugnati, i manici, no?? 🙂