L’ultimo Tabù Femminista

Vi chiederete quale possa essere, vero? Dopo il divorzio, l’aborto, il diritto di voto e la libertà sessuale,  dopo aver sdoganato i vibratori, la pornografia anche per lei, dopo il twerking, le MILF, i baci saffici  vi starete chiedendo “ma come, c’è ancora un tabù femminista? Nel 2014?!?”

Oh si, certo che c’è.

Si chiama DIETA.

Una donna, di qualsiasi età, ceto sociale, nazionalità è capace di confessare le peggio cose a chiunque, ma nemmeno sotto tortura ammetterà di essere a dieta.

E io questa cosa non la capisco.

Come se valesse davvero l’equazione: sono a dieta = sono una merda perché non so gestirmi a tavola. E allora? Ci sono donne che picchiano i figli, che tradiscono il marito come se fosse una disciplina olimpica, che sul lavoro fanno mobbing selvaggio all’ultima arrivata solo perché è giovane e carina e io mi dovrei preoccupare di ammettere che sarebbe meglio se perdessi quei cinque o sei chili perché ho esagerato con i dolci, le birre e le patatine fritte negli ultimi quattro anni? E perché mai?

Nell’ordine, le migliori risposte che nel tempo ho collezionato:

 1. perché non ti sei messa a dieta per te, ma per piacere a lui 

Ok, e anche se fosse? (e non è, nel mio caso). Perché, tu ci staresti con un tizio che le prime volte che uscite insieme sembra la copia di Brad Pitt e appena si accasa invece si trasforma in Homer Simpson? No, te lo dico io. Gli trifoleresti i maroni ogni giorno. Ecco, allora anche tu dovresti evitare di diventare Marge dopo esserti spacciata per Angelina Jolie. Se non altro per coerenza e onestà intellettuale.

2. perché ti metti a dieta perché i modelli di donna propinati dai media te lo impongono

No cazzo, me lo impone il fatto che non mi entra più una fava e nell’armadio ho tipo cinque-seimila euro tra vestiti/cappotti/jeans/maglie/maglioni/magliette/camice ecc che non mi entrano più. Rifare un guardaroba intero sarebbe un pelino azzardato, visti i tempi che corrono, ce n’est pas?? Io questo lo chiamo buonsenso e comunque il suo diretto cugino è il senso estetico, che non guasta mai. Basta jeans che stringono troppo, basta gonne al ginocchio per nascondere le gambre, basta maglie lunghe e larghe. Rivoglio i miei cazzo di vestiti. Che sono pure belli, tra le altre cose.

3. perché se ti metti a dieta sei infelice/superficiale/ non stai bene con  te stessa

Eh, no che non sto bene no con me stessa, se prima di rimanere incinta ero abituata a fissare una ragazza con tutte le curve giuste al posto giusto e adesso lo specchio mi rimanda indietro l’immagine di un birillo in intimo tezenis (anche un po’ consumato…). Non sono infelice e/o superficiale, ma sono una femmina, quindi sono geneticamente un po’ frivola e inoltre non sentirmi goffa come un sacco di farina nella vetrina di un gioielliere mi farebbe sentire meglio, lo ammetto. Si chiama vanità e non mi vergogno a possederne un po’.

4. perché non hai una percezione realistica di te stessa

Complimenti, hai vinto un mappamondo (cit)! Trovami una donna in tutto l’orbe terraqueo che abbia una percezione di sé completamente obiettiva. In palio c’è una bottiglia di Barolo del 2009. Che mi berrò alla faccia tua quando sarò tornata una 42, perchè tanto non la troverai MAI una donna così, quindi lascia stare, che fai prima.

5. perché tanto prima o poi li riprendi tutti

Questa è la migliore. In poche hanno il coraggio di dirtela, in realtà nessuna donna lo direbbe in faccia a un’altra donna (a meno che non ci sia in ballo un furto di fidanzato o di ultimo paio di scarpe in saldo). Te lo dicono parlando di “una loro amica che ha fatto la dieta di souncazzo e all’inizio le è andata bene, ha perso tipo 20 kg in due mesi ma poi appena ha messo in bocca un cracker è tornata peggio di prima. Confessate, l’avete fatto anche voi almeno una volta: ci sta, siamo femmine, la sindrome pre mestruale colpisce tutte noi.

Insomma, dopo tanti tentativi post-partum andati a finire in fuffa cosmica, dopo alti e bassi, débâcle quasi napoleoniche, musi lunghi e grugniti interminabili davanti all’anta dell’armadio aperta io, Laura Laghi, trentun anni e quattro mesi compiuti oggi rompo l’ultimo tabù femminista e lo dichiaro a gran voce.

SONO A DIETA.

E non è un pesce d’aprile – forse-.

17 Risposte a “L’ultimo Tabù Femminista”

  1. No aspetta, sono quasi d’accordo con te.
    Quasi perché io sono fra quelle che evitano di dire “sono a dieta”, ma non per i motivi da te elencati, ma per puro paraculismo.

    Se stai a dieta *chiunque* dopo una settimana te la menerà perché in 7 giorni non asfissi tutti parlando dei n kg che hai perso (se poi ne hai perso meno di 2, come è NATURALE che accada, *chiunque* ti guarderà menandotela a sangue sul fatto che probabilmente stai sbagliando qualcosa o hai sgarrato).

    Secondo punto *chiunque* ti caricherà di ansia, facendoti sentire a) controllata a vista in mensa, al bar, all’aperitivo,… b) porrà in te (che sei sovrappeso o un soggetto obeso, evidentemente qualche problemino personale già lo covi) un sacco di aspettative.

    Sostituisci *chiunque* con:
    – colleghe
    – genitori
    – amici
    – parenti tutti
    – cassiera del super (che ha notato il passaggio da pasta-cracker-milka a verdura surgelata e nasello).

    Ora capisci il mio punto di vista?
    Odio tutti.
    😀

    1. Il tuo punto di vista è sacrosanto e pure corretto. A mio favore gioca il fatto che per me chiunque significa:
      – mutti : è a dieta da quando sono nata io.
      – chef: si mangia un pacco di haribo a sera (o quattro nel weekend se fa il bravo durante la settimana)
      – colleghi: sono il capo, quindi tutti zitti
      – cassiera: la fortuna di avere una famiglia è che la spesa è sempre variegata, quindi non noterà MAI cambi di registro.

      Sono fortunata, lo so 😀

    2. Quoto la Eka.

      Io non sono mai stata a dieta, ma le volte che l’ho detto per scherzo o le volte che l’ho detto perché, causa gastrite, non potevo mangiare torte al cioccolato et similia, mi è stato riservato il trattamento di cui sopra.

      Quindi, se mai un giorno decidessi di intraprendere qualche tipo di dieta, non lo dirò per evitare rotture di scatole, solo per questo. 😀

      1. beata te, che non sei mai stata a dieta! 🙂
        Io lo dico, così almeno chi mi sta vicino sa che potrei essere intrattabile. Inoltre se lo dico, evito che a tavola dai miei o dai suoceri mi si dica che mangio poco ecc.
        Insomma, io mi risparmio delle belle rotture di cazzi. Ma ho un caratteraccio, quindi forse è per quello: temono la mia reazione. 🙂

  2. Sono a dieta anch’io!!! E anch’io vorrei perdere 6 kg per tornare al peso pre nani.
    Io invece l’ho detto a tutti che sto tentando di tornare al pre nani e che sto a dieta perché ho bisogno di un po’ di collaborazione.
    Banalmente se vado a cena da mamma o suocera ho una quintalata di verdura da poter mangiare e la suocera non insiste negli alimenti NO.
    Ammetto anche di aver sgarrato dopo un influenza con il botto in cui solo il santo carboidrato veniva tollerato dal mio intestino provato dall’antibiotico.
    Io comunque con 6 kg in meno tornerei alla 44…. ho sbagliato qualche cosa?! ^^’

    1. Io l’unica volta che l’ho detto al mondo intero, che ero a dieta, ho perso dieci kg senza manco accorgermene. Quindi credo che fare outing sia la soluzione migliore sempre e comunque (almeno per me).
      Non so dove hai sbagliato tu, ma posso dirti dove ho sbagliato io: ho aspettato di rimanere incinta per decidere di smettere di fumare e passare da 30 sigarette a zero alla comparsa della doppia linea rosa sul test di gravidanza ha fatto bene a mio figlio e ai miei polmoni, ma non al mio sistema nervoso centrale, che mi ha fatta ingozzare di schifezze d’ogni genere. L’astinenza da nicotina combinata con il falso mito del “sono incinta posso mangiare quello che voglio” è stato un mix deleterio: 25 kg sul groppone in nove mesi. Poi è arrivato il nano, l’allattamento con una fame che ciao ciao a tutti e adesso son qui, dopo tre anni, che mi barcameno tra momenti di follia salutista e nichilismo puro.
      Ma ci sto provando, a uscire da sto tunnel del cazzo. 🙂

      1. Io parlavo della taglia… 😉 Con la prima ho preso 23 kg, con il secondo 12 perché finalmente avevano capito che avevo il diabete gestazione seppur in forma leggera.
        Ritornare al peso forma è tosto… Ma anch’io lo faccio per me perché ho un rapporto pessimo con lo specchio.
        Io mi vedo enorme… Da sempre. Ma almeno tornare ai miei 66 kg per 1,72 dovrebbe aiutarmi a fare pace con il cervello… Almeno un pochetto ecco.

        1. credo che davvero non esista donna al mondo che non abbia (o abbia avuto) un rapporto conflittuale con lo specchio. Il fatto è che per natura tendiamo ad ingrassare e perdiamo peso con fatica, salvo rari casi e ci ostiniamo a combattere questa cosa con i metodi più sbagliati, leggi le varie diete spacciate per miracolose come Dukan, Zona, Gruppo Sanguigno, Paleo e vattelappesca, quando “basterebbe” assecondare i propri ritmi, metterci il tempo che ci vuole e mettersi l’anima in pace se nel nostro patrimonio genetico non ci sono le cosce di Kate Moss o il lato B di J-Lo.
          Io ho forzato la mano per anni, ostinandomi a impormi modelli troppo lontani dalla mia vera costituzione (alta un metro e una lattina di birra, fianco largo, coscia tornita, vita sottile, seno medio-piccolo: una pera piccolina insomma): il risultato è stato di continuo diludendo.
          Quindi adesso la prendo con filosofia: vediamo se funziona, come metodo 🙂

  3. Ne parlavamo proprio l’altro giorno: non esistono diete miracolose..
    Come dici nel tuo ultimo commento, dobbiamo conscere noi stessi e i nostri ritmi e regolarci di conseguenza.. 🙂

    1. si, che poi dirlo è facilissimo, ma metterlo in pratica un po’ meno. Ma alla fine non è un gioco a premi o una gara, se una ce la fa bene, se zoppica un po’ amen, l’importante per me è stare sereni. Non potrei mai vivere una vita di stenti e privazioni per una taglia ideale: non è compatibile con il mio carattere. 🙂

  4. Io sono perennemente a dieta. E devo anche ammettere che i chili persi lo scorso anno, circa 10 in sei mesi, sono stati frutto di un’alimentazione studiata appositamente per me dal mio compagno (che è nel settore) e non di qualche dieta folle.

    Forse c’è proprio la necessità di educarsi al cibo. Io ad esempio devo ancora imparare un sacco di cose.

    1. Io ho un’amica nel settore, seguo il blog di Arianna (nell’elenco a destra, “alimentazione in equilibrio: la ragazza ne sa a pacchi, leggila!), ho sposato uno chef, lavoro nel settore alimentare… insomma le dritte le avrei. Ma di imparare non si finisce mai e soprattutto credo che la questione vada vista da una prospettiva completamente diversa da quella a cui ci hanno abituati dagli anni 80 in poi: non credo che mangiando gallette e fiocchi di latte a vita raggiungerò il mio equilibrio. 😀
      Il top sarebbe mangiare poco, sano e genuino. Gli ultimi due parametri li soddisfo alla grande…è sulle quantità che non mi modero… 😀

  5. Io invece quando decido di dimagrire e mi metto a dieta non lo dico a nessuno, soprattutto a me stessa: perchè odio le regole imposte, e se mi accorgo che le sto seguendo mi viene subito voglia di trasgredirle. Perciò zitta, muta, mangio il pescetto (che non mi piace) alla griglia + verdure (altrettanto) pensando ad altro. Magari all’ abito che mi piace tanto e in cui vorrei rientrare. Ma non sono a dieta, per carità!

    1. Anche io sono abbastanza allergica alle regole, ecco perchè con me una dieta intesa solo come calcolo delle calorie tende a non funzionare 😉 O meglio, funziona i primi mesi in cui perdo tre-cinque kg e poi alla prima occasione “proibita” cedo e non la seguo più (riprendendo i kg persi).
      Quindi ho optato, dopo 3 anni di alti e bassi, per una nuova strategia: cerco di mangiare il più sano possibile e cerco di ascoltare la mia fame: mi svuoterei tutta la dispensa dopo una sfuriata al telefono per motivi di lavoro o dopo una giornata “no”?! beh quella non è fame, quindi devo trovare il modo di spezzare il circolo vizioso, trovando una valida alternativa a calorie zero. Diciamo che sto lavorando sulla “valida alternativa”: quando la trovo faccio un fischio 😉

  6. Ho letto recentemente un’ analisi interessante, che può aiutare (con me lo fa): sostanzialmente dice che sentirsi a dieta, o fare una dieta, è proprio sbagliato come impostazione (a meno che non si abbiano problemi di salute, ovvio). Per riuscire a trovare un equilibrio alimentare bisogna innanzitutto ascoltare se stesse e mangiare quello che si vuole quando si vuole, per chiedersi subito dopo: era questo che volevi fare? Volevi proprio mangiare quella torta/gelato/crema/panino con salame? Se sì, ok, dichiarati soddisfatta e non pensarci più, se no la volta prossima pensaci prima. E mangiare solo quando si ha fame, indipendentemente da orari socialmente stabiliti, finchè si ha fame. In questo modo l’organismo si regola da solo, e si vive senza sensi di colpa, che poi fanno scattare l’impulso di magiare ancora 8non sono soddisfatta di me, mi gratifico con altro). Non so se l’ho spiegato in modo corretto, ma ti giuro che su di me ha funzionato alla grande, facendo così sto bene e non ingrasso più. Erano suggerimenti di una psicologa che lavora nel campo da anni, e che sostiene che “fare una dieta” o “stare a dieta” non è naturale, e l’quilibrio alimentare non lo può trovare un altro per noi ma dobbiamo cercarlo solo ascoltandoci senza farsi troppe menate. Ti faccio un esempio: mi piacciono i dolci, la prima cosa che ho fatto seguendo questi consigli è stato un pranzo di solo dolci. Poi, senza alcun senso di colpa, mi sono resa conto che non mi era piaciuto, perchè dopo ne ero nauseata, e ilpomeriggio non stavo granchè. In realtà il mio corpo aveva bisogno di altro, ma, “costretto” a non nutrirsi di dolci perchè tutti li sconsigliano, aveva fatto prevalere un desiderio represso e sconsiderato. Non vorrei dilungarmi, ma se smettiamo di voler fare una dieta e dichiariamo una tregua con noi stesse troviamo il nostro equilibrio alimentare e stiamo meglio.

    1. io ad esempio invece ho notato che se non mi do una regola (come orari pre stabiliti / allenamenti / piatti sani assemblabili in poche mosse) è peggio. Per come sono fatta io, il controllo è fondamentale e non è castrante, anzi: mi da un senso di onnipotenza abbastanza inebriante. Questo perchè tendenzialmente sono una persona che tende a non darsi mai limiti, sono sregolata e incostante al massimo grado. Alterno periodi creativi, esaltanti e positivi a momenti di down cosmico, pessimismo, malumore e la mia curva di apprendimento assomiglia all’encefalogramma di Flavia Vento.
      Insomma, ci siamo capite: per me la chiave è riuscire a controllarmi. Solo che non è facile, per tutti i motivi di cui sopra: sono un bel soggettino, lo ammetto. 😀

  7. Ti faccio un altro esempio: ieri volevo mangiare polenta e gorgonzola. Quel bel gorgonzola morbido, grasso, colante. Bon, mi son detta, mi piace, ne ho voglia, lo faccio, e me ne infischio se è grasso puro, se i formaggi sono sconsigliati, se, forse magari sono anche intollerante ai latticini (??? ormai secondo i Soloni della nutrizione lo siamo tutti…). Lo mangio e basta, quanto ne voglio, e se voglio anche i giorni prossimi, anzi lo mangio come se non ci fosse un domani… con questo spirito me ne sono gustata una buona porzione, poi ero davvero piena e soddisfatta, quindi non ho neppure sentito il bisogno di gratificarmi con un pò di cioccolato, sono uscita un attimo con i cani solo perchè non mi rimanesse sullo stomaco durante la notte. Così oggi mi va l’insalata, perchè so che se voglio stasera replico. Come se non ci fosse un domani. Ma credo che il mio corpo, soddisfatto, magari vorrà zucchine,tanto per cambiare. Per cambiare, non per stare a dieta. O mi ristrafogo di dolci.

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