L’epifania del cambio di stagione

Sto facendo il cambio degli armadi (come il 98 percento delle donne in questo periodo) e mi sono resa conto che negli ultimi cinque anni ho quasi solo comprato vestiti low cost, dai colori spenti, dalle forme improbabili. Insomma, tutta roba urenda. Le scarpe poi, lasciamo stare: basse, scazzone all’ennesima potenza. Roba che anche un cinese si indignerebbe. E mi son chiesta il perchè. E mi son risposta in maniera molto semplice: perchè ti vedi una merda, quindi ti compri vestiti ancora più di merda che ti fanno sembrare più brutta di come sei in realtà, così puoi darti ragione e commiserarti senza smettere mai. Poi prima, gironzolando sul web, ho letto questo articolo  sul bellissimo blog della Spora (lei è fantastica, la adoro e ogni Donna con la D maiuscola dovrebbe adorarla) e mi è scattato un clic nel cervello: ho lo stesso identico problema, autostima a mille ma insicurezza per tante cose. Cioè, intendiamoci: non sono matta. O meglio, non troppo. Mi piaccio tanto: amo la mia testa, la mia intelligenza, il mio essere sveglia, mediamente colta e artisticamente piuttosto dotata. Quindi sono una narcisista fatta e finita.

Eh però diciamo che il mio aspetto fisico invece lo vivo come un limite immenso. Va a capire perchè, mi dicevo. Eh invece io lo so bene, il perchè. Ho buona memoria e ricordo bene la sensazione di smarrimento e di bruciante vergogna quando alle medie tutte le mie amiche erano magre e io invece avevo il culo grosso. Ricordo il mio essere perennemente a dieta da ragazzina, assieme a mia madre. Ricordo che guardavo a mia sorella, così alta, magra e aggraziata, come a un inarrivabile modello di portamento e di stile. Ero goffa, c’era poco da fare. Magari farmelo notare un po’ meno non sarebbe stato così sbagliato. Oppure non pronunciare mai la frase “quello non comprarlo, che ti sta male” in età cruciale, sarebbe stato gradito. Ma ormai è andata così e per fortuna l’adolescenza è archiviata da un pezzo e soprattutto ringrazio il destino di non avere figlie femmine, così non rischio di fare lo stesso errore. Tiè. Forse anche stare per anni con uno che non perdeva l’occasione per dirmi che dovevo stare attenta con il mangiare e che ogni ragazza era più carina di me perché più magra non mi ha fatto benissimo. Ma ormai è andato a fare in culo da un pezzo anche lui assieme alla sua testa bacata, quindi non starei qui a portare rancore inutilmente. Il passato è davvero passato nel momento stesso in cui deciadiamo di fare pace con lui. E io mi sono detta anni fa che non avrei vissuto la mia vita a contare i torti subiti, rigirandomi nel rancore come fa una pastiglia Valda nello zucchero.

Però credo che tanti atteggiamenti siano il frutto del nostro vissuto e che analizzarli con serenità non possa che aiutarci a vivere meglio. Scrivevo nel post precedente che amo troppo i miei vizi per condannarmi a una vita da salutista al 100% e so che perseverare in questo atteggiamento non mi regalerà ovviamente mai il culo di Gisele: ok, va bene così, ma questo non deve significare mortificarsi in abiti che mi fanno sembrare appetibile come una scatola di pandoro. Devo lavorarci un po’ su, credo, su questa cosa della femminilità e del rapporto con il mio corpo. E sento che devo farlo perchè non mi sento più a mio agio così come mi sono comportata fino adesso. E basta dire “lo compro appena dimagrisco”, che a forza di fare sto ragionamento mia mamma mette le stesse tre robe da quando sono nata io.

Intanto finisco il cambio degli armadi (imprecazione che preferite. anche in multipli di sei), poi vado dalla mia amica Illa a fare un po’ di sano shopping, che ho visto un paio di cose meravigliose nel suo bel negozio nuovo fiammante. Del resto che amica di merda sarei, se non aiutassi il suo businness appena nato? Che brava che sono a raccontarmela…