La muta del serpente

Ci sono giorni in cui te la racconti. Che va tutto bene, che sei sulla strada giusta, che sei una tipa tosta, in gamba, che sbaglia di rado – o mai. Che come conduci la tua esistenza è il modo migliore possibile, che gli altri non valgono una fava vicino a te, che sei l’unica con la verità in tasca, la battuta sempre pronta e la capacità di vedere sempre e comunque il lato giusto delle cose. Giorni in cui ti senti dio in terra, in cui guardi tutti dall’alto in basso convinta di essere chissà chi. Giorni in cui ti prendi il diritto di criticare tutto e tutti.

E poi.

Improvvisamente.

Accade.

Accade che sei diventata così tanto piena di te, così tanto autocelebrativa, egocentrica e spocchiosa da sentire qualcosa incrinarsi dentro. Quel giorno, se hai passato tutta la vita dietro una maschera per certi versi così lontana dalla tua vera natura, prima o poi arriva e finisce sempre allo stesso modo: fai una botta di quelle che difficilmente ti scorderai. E va bene così. Va bene che tutto il castello di carte che hai creato ti crolli letteralmente addosso lasciandoti nuda sotto una fastidiosissima luce al neon. Quel giorno tutto diventa indistinto, nebuloso, difficile. Quel giorno quasi tutte le tue certezze si sgretolano e devi fare i conti con qualcosa più grande di te: te, appunto. Quella te stessa che non si sa bene perché hai sempre tenuto ingabbiata al buio da qualche parte temendo che non piacesse a nessuno. Questo non succede in uno di quei momenti importanti della vita, no. Eh, sarebbe un po’ troppo facile. Non ti succede quando ti innamori, quando ti laurei, quando vai a vivere da sola, quando ti sposi o quando partorisci tuo figlio. No. Ti succede mentre fai colazione una mattina uguale a mille altre. Mentre ti lavi i denti, mentre stendi l’ennesima lavatrice, mentre sei in fila alla cassa della Coop. Stai guardando i piselli surgelati sul nastro trasportatore e bam! Botta. E quel giorno hai due possibilità: scagliarti a terra a raccogliere precipitosamente i cocci di quella che eri e ricostruire di nuovo tutta l’impalcatura fittizia, oppure prendere una scopa e buttare tutto, o quasi, nel bidone.

E scopri che nonostante spazzare ti sia sempre piaciuto molto poco, è senza dubbio la scelta migliore che potessi fare. E scopri anche che la vita non è un gioco a premi e che essere donna, figlia, moglie e mamma non è una gara. Che nessuno tra quelli che ti amano davvero ti considererà mai una persona migliore o peggiore in base a come cresci tuo figlio o in base a quello che mangi o a come ti vesti e che la scala di valori è sempre talmente personale e arbitraria da non meritare nemmeno un’alzata di spalle. C’è  e ci sarà sempre chi ti giudicherà in base alla prima impressione, chi non ti darà l’occasione di spiegare le tue ragioni, chi ti negherà l’amicizia solo perché ha assecondato dicerie su di te o perché da qualche parte ha letto o sentito qualcosa che non gli è piaciuto. Ci sarà sempre chi si farà un’opinione sbagliata di me. Piacere alla gente è sempre stato un mio cruccio primario: non deludere mai nessuno, dai miei genitori in su, ecco qual’era il mio obiettivo primario.

Da quando il mio baricentro si è spostato sulla mia serenità e quella della mia famiglia, tutto va molto meglio. E anche il trasloco mi sembra un po’ meno brutto, nonostante sia spaventosamente imminente.

E ho riattivato facebook, sì. Si facciano pure tutti i cazzi miei, non è mai stato un vero problema.

 

17 Risposte a “La muta del serpente”

  1. Non è mai troppo tardi per raccogliere i cocci e ripartire…alla ricerca della nostra vera natura, da mostrare con coraggio a noi stessi e agli altri. Buona rinascita.
    E…buona serata, Irene

  2. Son bravi tutti ad autocelebrarsi. Un po’ meno a capire quando hanno “pisciato fuori dal vaso”. Ti stimo! :*

    1. io c’ho il master in entrambe le cose, mica pizza e fichi 😀

      sempre modesta, visto??? 😉

  3. Cielo Laura, non sai quanto mi serviva un post del genere. Giuro. Grazie.

    E ti chiedo l’amicizia, col tuo permesso, su Fb.

    1. e ci mancherebbe!

      sono contenta di essere stata “utile”. è sempre piacevole.

  4. Secondo me, cio’ che hai descritto (molto bene, fra l’altro) fa parte della vita. La vita e’ cambiamento, ed e’ normale a volte “rompere” parti di noi, e modificarle, e riportarle in sintonia con cio’ che siamo diventati. Il problema (secondo me) sono quelli che rimangono sempre uguali a se stessi, che sbattono sempre addosso allo stesso muro, che sono infelici e nonostante questo continuano per la loro strada di eterna infelicita’.
    Sul discorso di piacere alla gente, e’ normale cercare l’approvazione altrui, e conferme nel prossimo, tuttavia hai ragione quando dici che l’opinione degli altri va valutata in base alla persona che la fa. Nella mia esperienza le persone piu’ intelligenti non ti giudicano mai. Al massimo ti dicono come la pensano.
    Un caro saluto!

    1. quelli che non cambiano mai, che non hanno mai dubbi e non si mettono mai in discussione mi fanno DAVVERO paura.

  5. PS: e, se non ci fossero una dozzina di lauralaghi, in fb, ti avrei giá chiesto l´amicizia pure io, anche se son pochissimi gli amici che non conosco, lí dentro (tu sai come mi chiamo. Se ce ne fossero piú d´una anche col mio, di nome, son quella con la bimba in braccio e gli occhiali da sole ;-))

  6. …in tutto questo la maggior parte delle volte un sano vaffanculo è quello che ci vuole. Tieni botta ragazza 🙂

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