Il senso dell’umorismo, questo sconosciuto…

Se ne parlava con Chef un paio di sere fa a tavola. 

Tutto poi è nato dal fatto di una coppia di amici, sposati con nanetto quasi duenne, che davvero non si capisce com’è che hanno deciso non solo di sposarsi, ma anche di fare un figlio assieme. 

Cioè, in realtà nessuno di noi si capacita di come mai, lui abbia deciso di mettersi in croce da solo così, aggratis. 

Lui è un ragazzo carino, con un buon lavoro, intelligente, mansueto, non fuma, non beve e va anche in chiesa. Insomma, il Mr Right dell’Adriatico, per farla breve. 

E ovviamente chi si sposa? 

La tipa più acida, isterica e cagacazzo della storia. Culona, oltretutto. 

E con lo stesso senso dell’umorismo di una cassapanca mangiata dai tarli. 

Al di là del fatto che questa è una classica dinamica di coppia, comune quasi quanto la pioggia a Ferragosto, vogliamo parlare della totale mancanza di senso dell’umorismo di noi donne? 

Vogliamo?

Massì dai, facciamoci del male.  

Io ho senso dell’umorismo. Non lo dico io, lo dicono le persone che mi stanno intorno e comunque è vero, che ho sempre la battuta pronta. Non è mica un vanto, ce l’ho e basta. Probabilmente per compensare le gambe corte, che madre natura sa come aggiustare il tiro insomma… 

Però ho notato che nove volte su dieci le donne questa qualità non è che non ce l’hanno: la affossano sotto quintali di cose meno importanti. 

Il vero problema è che le donne si prendono troppo sul serio. 

Mi spiego meglio: 

 

SCENA 1

Si è in comitiva, magari al ristorante e un vostro amico si lancia e racconta un simpatico aneddoto di vita quotidiana: per una volta è sul pezzo e la tavolata si ammazza dalle risate. Ecco, adesso guardate la sua compagna: mentre lui fa lo sketch comico della sua vita, lei ha la stessa espressione della Marcuzzi dopo che s’è mangiata un autotreno di Activia. Scaduto da un annetto eh.  Che non si sa perché, ma la prendono come un’offesa personale certe volte. Me la immagino poi in macchina, quando tornano a casa: “Come mai sei simpatico solo quando ci sono gli altri e con me invece sei sempre serio?” Cazzo, ti rispondo io se vuoi tesoro… 

 

SCENA 2

Lui porta la tipa a cui faceva il filo da mesi finalmente a cena fuori. Per rompere il ghiaccio fa un paio di battute e lei in tutta risposta alza un sopracciglio e poi torna a consultare il menu. Allora: anche se lui ha raccontato la barzelletta più triste del mondo, c’è bisogno di mortificarlo a tutti i costi, figa di legno che non sei altro? Chissà perché per noi è così facile fingere un orgasmo, ma è così difficile mettere a proprio agio un uomo, fingendo, per una volta, a fin di bene e far sì che la serata prenda la piega giusta.Comunque il risultato, nove volte su dieci, è che lui si smarona, paga il conto, se la tromba e non la richiama. E fa bene. 

 

SCENA 3

Due uomini si incontrano fortuitamente a teatro/a un matrimonio/ alla stessa cena/ al cinema/ vestiti allo stesso modo. Si guardano, si sorridono e molto probabilmente va a finire che si vanno a bere una birra insieme. Se a due donne capita la stessa cosa c’è caso che un paio di santi vengano giù dal calendario da soli, così per riparmiar loro anche la fatica… 

 

Insomma i maschietti non saranno dei campioni di sensibilità molto spesso. Non abbassano mai la tavoletta del cesso, ruttano con una scioltezza disarmante, non mettono mai a posto nulla, si lavano malvolentieri, parlano il minimo indispensabile e non si accorgono MAI se c’è qualcosa che non va. Ma MAI eh…

Però hanno una grandissimo dote, da cui tutte noi dovremmo imparare: ridono. 

 

E bene e spesso anche di voi, sappiatelo, fighe di legno. 

 

8 Risposte a “Il senso dell’umorismo, questo sconosciuto…”

  1. da queste qui mi tengo bellamente alla larga
    che io so ridere dei miei difetti, delle mie debolezze, non nascondo che sono permalosa ma difficilmente riesco a darlo a vedere
    sarà che non sono bellissima, sarà che non ho niente da dimostrare a nessuno, sarà forse per questo che più di un uomo mi ha detto che sono la donna che fa passare la serata velocemente (a qualcuno anche la notte ma inutile puntualizzare…)
    queste qui non lo sanno che se si rilassano si divertono di più?

  2. Non so perché non si rilassano mai… ma anche io le scanso come se avessero la peste, che ci pensa già la vita di per sé a farmi girare le scatole, di loro ne faccio a meno 😉

  3. io sono una che i ragazzi li mette a proprio agio alla prima cena, poi qualche volta li ho trombati e raramente richiamati: eh, non è mica che si può essere ironici su tutto!
    😉

  4. Le situazioni che hai descritto sono proprio troppo tipiche, bisognerebbe farne un vademecum per tutte le inacidite del globo…….

    Mi hai incuriosito con il commento che mi hai lasciato (per i complimenti non so davvero come ringraziarti, sono senza parole): come mai scrivi per mestiere? 🙂

    Ciao!

  5. per le inacidite del globo mi sa che non c’è la cura, ci vorrebbero seimila blog a tema 🙂

    I complimenti te li meriti tutti.

    Ho pubblicato due romanzi negli ultimi 5 anni: ci sto provando a fare la scrittrice, ma ancora non ci riesco ancora a campare.

  6. oh ma certo: se vai nel menu in alto a destra, nella sezione “io, in breve” trovi i link a entrambi. 🙂
    Ho pubblicato con due case editrici piccoline. ci vorrebbe un intero post, anzi che dico, un intero blog, dedicato alla realtà editoriale italiana.

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