eyes vs ears

Ecchemi.

Dopo nemmeno una settimana sono di nuovo davanti al pc e riesco a starci senza sembrare la pessima imitazione di Ray Charles dei poveri.

Mi innaffio gli occhi di collirio da mane a sera, nemmeno per la menta da mojito sul terrazzo della cucina avevo dedicato tante cure.

Vivo praticamente dai miei, essendo che non posso fare troppi sforzi fisici ed avendo un vitello di undici kg al posto di un figlio, capirete che gestirlo in solitaria mi è ancora un po’ ostico. Praticamente rivedo la mia casetta la sera, quando Chef viene a prelevarci dai nonni e questo appartamento non mi era mai sembrato tanto bello, accogliente e soprattutto silenzioso.

Che io adoro la Mutti. Davvero, mi sta viziando oltre misura e non ci ho ancora litigato una volta, segno che siamo state proprio brave.

Però in tempi in cui io non ero nemmeno lontanamente nei suoi pensieri deve avere, complice la fame da dopoguerra, ingioato un megafono.

Che altrimenti mica me lo spiego, questo suo eterno vizio di sfondare i timpani altrui senza nemmeno accorgersene. Anzi, se glielo fai notare, che sta urlando più di un cazzo di pescivendolo sulla palata del porto, si offende pure.

Quindi, per farla breve, che non posso manco starci tanto, qui davanti: domani mi tolgono le lenti protettive e dovrei avere gli occhi completamente guariti e funzionanti.

Ma sicuramente dovrò farmi fare un controllo dell’udito, che le mie trombette di Eustachio mi sa tanto che han fatto le valige e son naufragate assieme alla Concordia.

Vi mancavo, eh?