Discriminazione alimentare

Ok, è un po’ che ho questo post in canna, ma mi è sempre mancato quel quid, quella molla utile a far scattare la polemica cronica che c’è in me.  Poi, per esigenze di servizio sono andata a mangiare al McDonald oggi a pranzo e stasera ho letto un post di Arianna e mi sono messa a riflettere sul problema dell’obesità.

Perché lo sappiamo tutti no, che c’è questo piccolo problemino. Soprattutto nei bambini. Bambini che vengono parcheggiati per tutta la durata del loro tempo libero davanti alla tv. Bambini che sono talmente tanto caricati di compiti a casa che con molta fatica si riesce a ritagliare un’oretta per far loro fare un po’ di sport.

Ma sto divagando.

In realtà l’altro giorno ho visto Tampax che usciva di casa con il suo solito tacco quindici, l’andatura di chi ha una scopa in culo e una faccia tirata come l’elastico della fionda. Tampax soffre di DCA ed è arrivata alla soglia dei trenta che ne dimostra minimo dieci in più. Litiga quasi tutte le sere con la madre che cerca di farle mangiare qualcosa (no, non mi vorrei fare i cazzi loro, ma è estate e loro urlano. e tanto anche), vive ancora con i suoi, quindi non è in grado di vivere autonomamente da sola. Tampax è una che se la guardi tendenzialmente ti viene da dire “oh, poverina” . E lo sapete perché vi viene da dire così?

Perché è magra.

Se pesasse centocinquanta kg e fosse alta un metro e cinquanta, probabilmente direste solo “oh, che schifo”. Perché l’obeso (o meglio, il ciccione) viene considerato solo un maiale che si ingozza perché gli piace mangiare. Mentre chi si priva del cibo ed arriva ad assomigliare a una prugna sunsweet invece ha, nonostante tutto, un certo alone di fascino. Digiunare, purtroppo, nell’immaginario medio collettivo è ancora considerato “cool”.

Stronzate.

Non è per niente “cool” rinunciare ai piaceri della tavola. Non è per niente” cool” considerarsi una persona migliore solo in rapporto a quello che ti dice il display della bilancia. E non è per niente “cool” essere inghiottiti da un vortice così autodistruttivo come la bulimia, l’anoressia e compagnia bella. Scommetto che Tampax non è così felice, nei suoi jeans taglia 38. Altrimenti non sfanculerebbe da mane a sera con i suoi e probabilmente le avrei trovato un altro soprannome. No? Questo non significa che abbia qualcosa contro li lei, sia ben chiaro. Non voglio nemmeno lontanamente pormi né a giudice, né a psicologo da bar della situazione. Lei è una ragazza che non sta benissimo e merita tutta l’empatia possibile, ci mancherebbe. Ho usato il suo esempio come spunto per un punto di vista più ampio, tutto qua.

Anche chi è obeso sta male. Uno non arriva a pesare più di un quintale perché è convinto che “grasso è bello”. Anche il luogo comune che le persone in carne sono sempre sorridenti è una delle peggio stronzate che abbia mai sentito. Io, quando ero un po’ sovrappeso, col cavolo che ero sempre sorridente. Non ti senti per niente a tuo agio quando i jeans non ti si allacciano, quando non puoi vestirti dove si vestono tutte le tua amiche perché non arrivano alla tua taglia, quando ti senti mancare il respiro perché in agosto fa caldo (nonostante tu stia immobile in casa con il condizionatore a palla), quando tutti ti guardano come se fossi la controfigura di Jabba the Hutt.

Raramente a scuola avrete sentito dire a una tizia secca “acciuga del cavolo” oppure “bastoncino insulso” o “magra schifosa”. Ma di “ciccione del cazzo” , “vagone” , “vacca” , “mucca”, e via discorrendo, immagino ne avrete sentiti a pacchi. Ecco, a me sta sul cavolo questa cosa.

Io sono stata (tranne nel post gravidanza e alle medie) quasi sempre normopeso. Una taglia 42-44 per intenderci, quindi non sono personalmente chiamata in causa.

Ma mi sta sulle palle la discriminazione, in ogni sua forma.

Anche quella alimentare.

E non tollero nemmeno l’ipocrisia, quindi non sono ben accetti commenti del tipo “ma non è vero che i grassi vengono considerati peggio dei magri, ti sbagli”: una tozza virtuale dietro le orecchie non ve la leverebbe nessuno.

Avvisati eh.

7 Risposte a “Discriminazione alimentare”

  1. Non posso che approvare pienamente quello che hai scritto!
    Però farei due osservazioni personali: primo, le persone come la tua vicina di casa non sono da osannare, ma va comunque ricordato che dietro ogni disagio alimentare c’è un disagio psicologico. Anche per loro, come per gli obesi, la volontà non è tutto: anche loro, come gli obesi, non si divertono ad essere assorbiti per la maggior parte del giorno da conteggi calorici e sensi di colpa.
    Secondo, giusto non discriminare per la taglia corporea, ma non bisogna fare lo sbaglio contrario: ovvero giustificare. Nel mio articolo, e in altri che scriverò, voglio chiarire che nella fame compulsiva entrano in gioco fattori che prescindono dall’autocontrollo, però appunti: nella fame compulsiva. Cambiare abitudini di vita è alla portata di tutti, chiedere aiuto anche: e questo sì che dipende dalla volontà 🙂
    Insomma, non facciamo di tutta un’erba un fascio, in entrambi i casi 🙂

    1. Si beh, lo so che lei sta male. Anche perché la conosco da una vita e so che dietro al suo aspetto c’è un disagio. Il discorso non era su di lei, ma sull’immagine distorta che ha la gente comune delle patologie alimentari: spesso si demonizza il grasso e si osanna il magro. è questo che mi secca molto.

  2. Concordo con te. Io non osanno il magro ma non osanno nemmeno il grasso. Anzi. Mi è capitato di vedere qualche puntata di una trasmissione americana (mi pare su real time) in cui persone che avevano superato addirittura la soglia dell’obesità cercavano di “guarire” con diete ed interventi.
    E a me fanno rabbia! Perchè avevano storie pazzesche. Così come mi faceva rabbia una mia compagna di liceo che si è quasi rovinata la vita “perchè voleva fare la modella”. Da una 44 era diventata una 36. Adesso, dopo un bel po di anni è tornata ad essere una 44, non ha finito il liceo perchè troppo presa dal diventare una modella, lavora in un supermercato ma guardà un pò: adesso è felice!
    Quindi le persone che lo fanno per questi motivi mi fanno rabbia. Per coloro che hanno un reale disagio psicologico no, mi spiace per loro e credo vadano aiutate.

    Ma quando si parla di cibo a me tutti dicono di star zitta, perchè ho,come mio padre, un metabolismo iper veloce. Posso vivere di merendine al cioccolato e rimanere sempre una taglia 38/40. Io ho praticamente il problema inverso di molte persone: vorrei mettere su qualche kg ma più mi sforzo e più non riesco…
    E non sai che nervoso quando chi non ti conosce ti chiede “ma mangi? ma perchè non metti su qualche kg?” -.-”

  3. Io non volevo entrare nel merito di come stiano e perché si riducano così certe persone, non sono una psichiatra e non è compito mio analizzare e risolvere certe problematiche… a me da fastidio l’ipocrisia comune del considerare come “solo un ciccione” chi pesa dai cento kg in su. L’obesità è una malattia, purtroppo è pure in crescita nel nostro bel mondo falso e patinato e prima ci diamo tutti una svegliata (e una ridimensionata di linguaggio) e meglio è.
    Grazie dei complimenti cara 😀

  4. mmm a dire il vero i commenti degli uomini alle acciughe non sono poi tanto piacevoli … anzi, per lo più non li fanno proprio. A meno che la tizia in questione non abbia le tette rifatte … allora la questione cambia.

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