Di olive, campagna e zucche paurose…

Non so se fosse già chiaro a tutti che a me l’autunno piace tantissimo. Soprattutto in campagna, dove i colori, le luci e gli odori esplodono tutti insieme. L’autunno è sinonimo di biscotti di pasta frolla da inzuppare nel the bollente, di domeniche indolenti passate a chiacchierare davanti al caminetto con una coperta sulle gambe, di calici di vino rosso che si accompagnano ad arrosti sugosi. è fatto di un tappato di foglie gialle, rosse e arancioni che crepitano sotto le scarpe; di grappoli d’uva sulla tavola, dell’odore del pane appena sfornato, delle spezie per il vin brulée che riempiono la cucina del loro aroma così caldo e dolciastro.  E in questo periodo si cominciano a raccogliere le olive. I miei genitori hanno una casa in campagna, dove ho abitato diversi anni quando stavo con loro, e dal lontano millenovecentonovantasei noi per il ponte dei morti si invita tutti i cugini e gli zii e gli amici di buona volontà e si raccoglie tutta l’oliva che c’è, per fare il nostro olio. Ecco.

 


Da due anni, per ovvie nuove incombenze materne, io sono fuori dai giochi e sono relegata in cucina a fare da mozzo alla urti. Della serie: preferirei staccare le olive dai rami e riattaccarle a una a una, piuttosto che stare in cucina con lei che si trasforma in una macchina da guerra capace di mettere a tavola dalle venti alle trenta persone molto affamate. E poi io adoro raccogliere le olive, cavolo è proprio bello. Sarò anche malata, ma mi piace mettere gli scarponi da lavoro, un vecchio maglione consumato e fare una fatica del diavolo riempiendo una cesta dopo l’altra (dopo 2 giorni le braccia non ti appartengono più e la schiena si prende una vacanza da te per una settimana buona buona). Ci si trova sempre in quattro o cinque sotto lo stesso albero e si chiacchiera del più e del meno e si va avanti così, finché c’è luce a sufficienza. Ogni tanto si fa una pausa e ci si beve un caffè, magari con un pezzo di ciambella o un dolcetto fatto in casa, che l’aria frizzantina fa venir fame.

E questi son proprio buoni…

Farli è facilissimo, ecco la ricetta:

Muffin Rustici

INGREDIENTI (8 muffin)

115 gr di farina 00

50 gr di zucchero di canna

1 banana piccola leggermente matura

1 cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva

1/2 bustina di lievito per dolci

1 uovo

1/2 bicchiere di latte

Amalgamate tutti gli ingredienti insieme (la banana va schiacciata grossolanamente con una forchetta), mettete l’impasto nei pirottini e infornate a 180° per circa 20 minuti. Cinque minuti prima di togliere i dolcetti dal forno spolverateli con un po’ di zucchero di canna. Fa solo scena, ma da quel che di rustico che a me fa impazzire!:)

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E quando tutti gli alberi sono sgombri e quando hai caricato la macchina di cassette stracolme di olive e hai fatto mille giri al frantoio allora ti fai una doccia e ti siedi, finalmente, a mangiare ogni ben di Dio come se non ci fosse un domani; e bevi quel vino rosso del contadino che è un po’ rude, ma fa bene al cuore. E ridi, ridi e ridi ancora… insomma dai, s’è capito che a me l’autunno in campagna piace proprio tanto.
Ecco perché, se tutto va bene, entro un annetto ci si trasferisce in campagna, io Chef e Titu: sarà meno pratico per tante cose, ma a me interessa migliorare la qualità della mia vita e che nostro figlio possa giocare all’aria aperta come ho potuto farlo io, respirando aria buona e imparando giorno per giorno il senso, la durata e la bellezza delle stagioni. Che non è che uno che sta in città queste cose per forza non le noti… il rischio di perderle un po’ di vista sicuramente c’è.
Dovrò di nuovo affrontare la mia fobia delle api, che a suo tempo avevo quasi vinto e che tornando a stare in città mi è tornata fuori più aggressiva che mai. Ma se sono riuscita a vincere il vizio del fumo, credo che potrò anche armarmi di baigon e farmi forza… non saranno di certo un paio di animaletti a strisce gialle e nere, a fermare il nostro country dream.
E niente Halloween quest’anno, nonostante Titu sia già in età da costume buffo e una mezza voglia di prendere una zucca e intagliarla come si deve mi fosse anche venuta. Ma sono a dieta, quindi solo scherzetti e nada dolcetti e ho il salotto troppo piccolo per dare una festa fatta per bene. Ma l’anno prossimo, con tutti quei metri quadrati a disposizione e un piccolo mostriciattolo parlante e deambulante in maniera autonoma credo che portò dare liberissimo sfogo alla mia vena artistica. Insomma, conservo forze ed estro per il futuro… poi Natale non è tanto lontano… sai due mesi come passano in fretta?
E voi? Cosa fate per Halloween?

4 Risposte a “Di olive, campagna e zucche paurose…”

  1. Amo l’autunno, e mi piacciono le suggestioni che hai creato con le parole.
    Non festeggio propriamente Halloween, anche se ieri sera sono stata a una festa in maschera. Per me il 31 ottobre è Samhain, il capodanno celtico 😛 Secondo la tradizione ieri si sarebbe dovuto mangiare melagrana (il cibo tradizionalmente associato ai riti dell’Aldilà), noci fresche (in questo periodo sono buonissime), zucche, mele e cannella: a parte il primo, tutto tra i miei cibi preferiti!

  2. A me piacciono anche le melagrane e ne ho fatto incetta dai miei genitori: oltre agli ulivi hanno un sacco di altri alberi tra cui un paio di melograni 🙂

    Da bambina quando guardavo qualche film americano a tema sognavo di intagliare le zucche e di fare dolcetti un po’ paurosi… halloween mi è sempre piaciuto e adesso che la stiamo lentamente importando penso che mi divertirò parecchio assieme a Titu 🙂

  3. l’idea di trasferirti in campagna è a dir poco unica… secondo me richiede un impegno in più per i trasferimenti ma quello che se ne ricava è impagabile…
    Halloween è una di quelle feste che a me mettono allegria e finchè mia nipote è stata bambina abbiamo fatto di tutto, dai biscotti a forma di osso fino ad intagliare due zucche, una a casa sua e una a casa mia
    un paio di volte, finchè era troppo piccola per fare il giro degli appartamenti del suo quartiere da sola, mi sono mascherata anche io e ti dirò era davvero divertente…
    adesso va in discoteca…evvabè

    1. per fortuna ci ho già abitato per diversi anni, quindi so com’è, non compro a scatola chiusa 😉
      Chef farà un po’ più fatica credo, lui è un vero uomo di città 🙂 Ma ne trarrà dei benefici enormi anche lui, ne sono sicura…e per 2 festaioli come noi avere una casa grande per ospitare gli amici è fondamentale 😀

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