Adieu les lunettes

 

Ci sono oggetti che ci danno sicurezza. Gesti che, nel corso degli anni, diventano talmente parte del nostro modo di essere da rendere quasi impossibile immaginare la nostra vita senza di loro.

 

E 21 anni sono una bella fetta di vita. Soprattutto quando ne hai solo 29, di anni.

 

Prima ci sono stati quelli ovali con la montatura rosa, che facevano tanto bimba precisa ordinata e carina. Che non ero, nemmeno un po’: ero un maschio mancato, mi arrampicavo sugli alberi, giocavo con le Mico Machines e per natale avevo chiesto il modellino di Voltron. Per dire eh.

 

Poi sono arrivati quelli tondi, con la montatura blu e sono stati la causa principale per cui ho sviluppato un odio viscerale per il mago di Howgarts: per anni mi hanno preso in giro chiamandomi Lally Potter. Quindi, sicuramente i libri della Rowling saranno anche belli, ma io non lo saprò mai.

 

Poi ci sono stati quelli verde petrolio rettangolari, da segretaria molto seria e molto precisa. E anche lì, insomma, non è che mi rispecchiassero tanto. Che io non sono mai stata precisa e seria dipende dai periodi. Quando stavo con Ex ero abbastanza morigerata in effetti, quindi si può dire che sì, rispecchiavano il mio mood di quegli anni. Mi vestivo come una quarantenne, ero sovrappeso e facevo una vita abbastanza monacale, ero in pari con gli esami e volevo sposarmi giovanissima. Per fortuna Ex ha avuto più buonsenso di me e mi ha fatto ciao ciao con la manina. E non lo ringrazierò mai abbastanza per questo.

 

A ventitré anni sono arrivati quelli rossi ultralight. Assieme a una taglia 42, alle Converse alte rosse, al chiodo di pelle e al periodo più spensierato della mia vita. Zero sbattimenti, mille amici, tutte le sere in giro e quella sana voglia di far casino. Un taccuino sempre in borsa, la macchina invasa da pacchi mezzi vuoti di Marlboro Medium, rock a palla fuori dallo stereo, lunghe passeggiate al mare.

 

E l’amore, quello vero, con la A maiuscola impressa a fuoco sulla pelle e sul cuore è arrivato con gli ultimi: neri e rettangolari, leggerissimi e passe par tout: che devono andare sempre bene, con qualsiasi dress code, dal più serio al più folle. Sono venuti in trasferta a Roma quando ho presentato il primo romanzo, sono stati sul comodino del mio primo appartamento da single, li ho preferiti alle lenti a contatto il giorno del mio matrimonio e per farmi perdonare li ho portati in viaggio di nozze con me e scusa se hanno visto Amsterdam Londra Parigi e Madrid tuttodunfiato.

 

Li ho portati in sala travaglio, in sala parto e anche in sala operatoria, che io il mio primo figlio lo volevo vedere bene, quando me lo avrebbero tirato fuori col cesareo in anestesia locale.

 

E stasera sarà l’ultima sera in cui li appoggerò sul comodino. E un po’ di malinconia mi viene, se ci penso. Gli occhiali sono stati una parte di me dalla terza elementare e anche abituarmi alla mia faccia senza di loro sarà strano e anche un po’ innaturale all’inizio.

 

Ma se penso alla mia vita senza di loro mi viene solo da tirare un sospirone di sollievo.

 

Che faranno anche tanto “intellettuale di sinistra radical chic”, okkei. Ma in realtà sono solo una gran rottura di palle, un limite per moltissime cose.

 

E si sa che alla sottoscritta porsi dei limiti piace poco.

 

Quindi è stato bello finché è durato, ma liberarsene sarà ancora meglio.

 

Ci risentiamo tra una quindicina di giorni, quando le mie piccole e fragili iridi potranno di nuovo stare davanti a un monitor.

 

Stay Tuned

 

16 Risposte a “Adieu les lunettes”

  1. In bocca al lupo Lauretta! Mi raccomando, appena puoi, un sms, uno squillo, un messaggio di fumo (non di sigaretta eh?), tutto, ma dimmi com’è andata! :*

  2. Anch’io finito questo allattamento voglio laserarmi… E vedere finalmente il mondo anche senza gli occhiali… Però so già che mi mancheranno anche a me!
    In bocca al lupo per l’operazione!

  3. Io gli occhiali li porto da quando sono in culla.
    Spero di liberarmene presto… l’ultima volta che ho chiesto informazioni riguardo l’operazione (il mio disturbo della vista è un’astigmatismo ipermetropico) mi hanno risposto che era un intervento non ancora perfezionato quanto la correzione dell’astigmatismo miopico (e la miopia, in generale).
    Sono passati anni… sarà cambiato qualcosa?

    Nel frattempo ti faccio un grande in bocca al lupo!
    Guarda il lato positivo: una spesa in meno! Non so tu, ma quando io devo prendere gli occhiali (le lenti soprattutto) ci lascio fior di quattrini .__. un beso!

  4. Riemergo dalla degenza post operatoria appena in tempo per ringraziarvi per il vostro supporto!!!! Sto bene, ci vedo quasi benissimo e vi abbraccio forte. E no, non mi mancano gli occhiali. Manco un po’.

    1. Grande Laura!!!!!!!! Un po’ t’invidio, lo ammetto 😛 però devo dire che dopo una vita da “quattrocchi” senza i miei occhialazzi mi sentirei persa…

      È stato molto fastidioso?

      1. Un po’, ma solo il primo giorno. Mi sono operata sabato e oggi giá scrivo al pc… Direi che ne vale la pena.

  5. Io ho messo gli occhiali all’università. Una montatura che tutti mi dicevano farmi somigliare ad una segretaria porca [..]. Io all’inizio non li volevo mettere, poi mi sentivo più intelligente e allora agli esami ci andavo con gli occhiali. Ovviamente i voti erano sempre gli stessi, l’unica cosa che è cambiata è che ho iniziato a mettere gli occhiali con continuità.
    Ora, per variare un po’, vorrei una montatura da sfigata. Mi ci sentirei proprio bene nel personaggio, al momento.
    Per il laser anche io più di una volta ci ho pensato. Peccato però che stando sempre a studiare la vista mi peggiora ogni anno e, poi, in ogni caso un po’ di paura ce l’avrei: non fosse altro perché generalmente io incontro solo medici che hanno preso la laurea con le sorprese nelle merendine. E, quindi, per quanto possibile, mi piacerebbe evitare di rimanere senza un occhio. O entrambi.
    E comunque ancora riesco ad andare a correre senza occhiali e senza finire sotto ad una macchina (anche se…), e dunque per il momento troppi problemi non me li pongo.

    Bello. Ero entrata per farti gli auguri per l’intervento e ti ho lasciato questo spaccato di vita vissuta.

  6. io ho “fritto” l’occhio (uno solo.. l’altro fa il figo e ci vede da sempre) un bel pò di anni fa, e consiglio a tutti di farlo.
    Sarò stata fortunata ma, in effetti il disagio di una settimana di convalescenza paga benissimo l’abbandono ad occhiali o come nel mio caso kili di lenti e fiumi di salina!
    In Bocca Al Lupo e benvenuta tra noi “occhi-fritti” 😛

  7. Eh, solo uno forse si sbatte un po’ meglio in effetti… Cmq ne é valsa la pena, anche solo per provare l’impagabile sensazione di aprire gli occhi al mattino e vederci bene!!!

  8. Io porto gli occhiali solo per studiare o per stare al pc, sono da riposo. Ci sono periodi in cui non ne so fare a meno e altri in cui dormono nel cassetto della scrivania anche se sto tutto il giorno davanti al monitor.
    Un po’ però ti capisco: anche loro ne hanno viste tante insieme a me (più che altro, hanno visto tanti libri dato che li uso solo per studiare, come dicevo prima) e sono sempre gli stessi, dalla terza media in poi, quindi hanno visto i miei occhi crescere e cambiare, dall’essere acqua e sapone all’usare matita e mascara nonché il gonfiore dei pianti fatti in questi anni, che la matita e il mascara li scioglievano come neve al sole. Ce li ho sul naso anche ora che scrivo, tra le altre cose, e sono blu scuro dalla forma ovale.

    Bellissimo post Lauretta, complimenti.

    1. Grazie 🙂
      Io li ho sempre sofferti un po’ gli occhiali. E se penso che non dovrò più metterli mi sento molto più leggera 🙂

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